Tbilisi: la candidatura di Kaladze, il campione patriota fedele a Putin
L’ex calciatore e segretario del Sogno Georgiano vuole il terzo mandato come sindaco della capitale. Alla festa presente l’oligarca putiniano “vero padrone” del Paese. Gli slogan anti-occidentali e la minaccia di espellere l’ambasciatore Ue. Per le opposizioni la nuova candidatura del sindaco-campione è l’ennesimo “segnale” anti-Bruxelles.
Mosca (AsiaNews) - Con la candidatura dell’ex-calciatore Kakha Kaladze al terzo mandato come sindaco di Tbilisi, il partito del Sogno Georgiano (di cui il sindaco è segretario generale) ha inaugurato solennemente l’inizio della campagna elettorale per le prossime amministrative, con una grande festa al parco Mtatsminda della capitale alla presenza del presidente onorario Bidzina Ivanišvili, l’oligarca putiniano che è il vero padrone del Paese. Kaladze ha voluto rincarare la dose di aggressività anti-occidentale, chiedendo di espellere dalla Georgia l’ambasciatore dell’Unione europea (Ue), il polacco Pavel Herczynski.
La manifestazione di orgoglio patriottico si è aperta con una grande illuminazione serale e le note della melodia Tbiliso da tutti amata, mentre sfilavano le persone importanti e quelle comuni, tutte vestite con abiti sgargianti. Dalla capitale è dunque iniziata una grande campagna di coinvolgimento della popolazione, cercando di esaltare l’identità georgiana contro tutti quelli che la vogliono snaturare, coinvolgendo il Paese nella guerra dei mondi. Il premier Iraklij Kobakhidze ha iniziato con un ringraziamento al popolo georgiano per la fiducia alle parlamentarie dello scorso anno, “simili a un referendum per scegliere la pace, la dignità e lo sviluppo”.
I ringraziamenti si sono quindi concentrati sulla figura di Ivanišvili come “salvatore della patria”, colui che “nel 2012 ha liberato la Georgia dall’autoritarismo eterodiretto, e da allora viviamo in pace, il nostro Paese è indipendente e sovrano come non mai”, dopo il “tragico decennio” del governo di Mikhail Saakašvili, dipendente dai padroni occidentali. Il premier ha comunque evitato accuratamente di pronunciare la parola “Europa”, contro cui si scagliava regolarmente fino a poco tempo fa. Presentando il candidato, egli ha spiegato che “potevamo scegliere semplicemente un buon politico, un buon amministratore o un buon patriota, ma abbiamo deciso di presentare un autentico campione, in senso letterale e simbolico insieme, un uomo che ha regalato alla Georgia la vittoria più grande, dallo sport alla politica per la patria, nella famiglia e nell’amicizia, che si sogna di avere qualunque capitale europea”.
Lo stesso Kaladze, dopo aver rivolto l’ennesimo encomio a Ivanišvili, ha promesso di garantire due grandi obiettivi: “la pace per la Georgia, e un bene più grande per Tbilisi”. L’oligarca-presidente non ha voluto intervenire, negandosi anche ai giornalisti, al contrario delle campagne dello scorso anno in cui aveva assunto il ruolo principale di “vate del popolo” fino alla vittoria di ottobre, contestata dalle opposizioni che ora sono divise sulla partecipazione alle amministrative. Nelle arringhe del 2024, Bidzina accusava apertamente il Deep State, chiamandolo il “partito globale della guerra” che intendeva sovvertire l’ordine nel Paese usando come marionette gli oppositori del Movimento Nazionale. Nelle sue previsioni, la guerra in Ucraina sarebbe finita agli inizi del 2025, e con il nuovo presidente americano tutto si sarebbe risolto, rappacificandosi con la Russia.
Le attese non si sono realizzate, e Donald Trump non si è gettato tra le braccia di Ivanišvili e del Sogno Georgiano, verso il quale si discute ancora al Senato di Washington un provvedimento sanzionatorio molto pesante, il Megobari Act. Anche con l’Europa le relazioni si sono molto complicate, e se entro il 31 agosto le autorità di Tbilisi non adempiranno alle 8 richieste della Commissione europea sulla cessazione delle repressioni politiche, la lotta alla corruzione e la riforma del sistema elettorale, verrà sospeso il regime di ingresso senza visto nei Paesi Ue per i cittadini georgiani. Kobakhidze e Kaladze hanno assicurato di essere “sempre disponibili al dialogo con le strutture europee, purché l’apparato burocratico di Bruxelles la smetta di attaccarci”.
Per le opposizioni, la nuova candidatura del sindaco-campione è ritenuto peraltro un nuovo “segnale anti-europeo”, vista l’ostilità di Kaladze all’ambasciatore Ue dopo che Herczynski aveva letto pubblicamente le raccomandazioni della Commissione per la liberazione dei prigionieri politici, “usando del proprio stato di diplomatico per fare danni al Paese, evidentemente su ordine di qualcuno dei suoi padroni”. Il capo del Movimento Nazionale, Levan Khabeišvili, ha definito “puro cinismo” la scelta di candidarlo di nuovo, visti i numerosi scandali in cui è implicato, chiamandolo il “campione della corruzione”, e le prossime elezioni “una operazione speciale russa in Georgia”.
13/06/2022 08:50
18/11/2022 08:49