09/06/2016, 08.59
ISRAELE - PALESTINA
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Tel Aviv, palestinesi armati attaccano un centro commerciale: quattro morti e 12 feriti

Due persone hanno aperto il fuoco contro la folla; l’intervento di polizia e guardie della sicurezza ha impedito la carneficina. Teatro dell’attentato il Sarona Market, nel centro città, nei pressi del ministero della Difesa e del quartier generale dell’esercito. Israele sospende i visti di ingresso per il Ramadan a 83mila palestinesi. Netanyahu: “Crimine selvaggio”. 

Tel Aviv (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno quattro morti e 12 feriti, alcuni gravi, il bilancio provvisorio di un attacco avvenuto nella serata di ieri in un’area commerciale del centro di Tel Aviv, in Israele. Alle 21.30 di ieri due palestinesi armati hanno aperto il fuoco in due diversi punti del Sarona Market, situato nei pressi del ministero israeliano della Difesa e poco distante dal più importante quartier generale dell’esercito. 

Secondo fonti della polizia i due assalitori, fra loro cugini, sono originari di Yatta, villaggio palestinese nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Entrambi erano vestiti con giacca e cravatta per mescolarsi fra la folla e sono stati fermati dagli agenti nei minuti successivi all’attacco. Uno dei due assalitori è in stato di arresto, mentre il complice è ricoverato in ospedale, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. 

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato la scena dell’attacco, definendolo un “crimine selvaggio di omicidio e terrorismo”.

In risposta all’attentato, il governo ha sospeso i permessi di ingresso - rilasciati in concomitanza con il Ramadan, il mese di digiuno e preghiera islamico - a 83mila musulmani palestinesi. Un funzionario del Cogat, l’ente incaricato di coordinare le attività israeliane nei Territori Palestinesi, conferma che “sono stati sospesi […] in particolare i permessi destinati alle visite ai familiari”. 

Il capo politico di Hamas, Ismaïl Haniyeh, ha accolto con favore l’operazione, senza peraltro rivendicarne la paternità. Per il neo ministro israeliano degli Interni Avigdor Lieberman è la prima crisi in materia di sicurezza da affrontare da quando ha assunto l’incarico. L’attentato mette alla prova la sua immagine di uomo forte e inflessibile di fronte al terrorismo e si attende una risposta ufficiale nelle prossime ore. 

Chico Edri, capo della polizia di Tel Aviv, definisce l’attacco “un evento terroristico di seria entità”, ma smentisce al contempo l’ipotesi di nuove violenze nel breve periodo. Shlomi Hajaj, direttore del mercato di Sarona, dove è avvenuto l’attentato, ringrazia le guardie e i responsabili della sicurezza agli ingressi che hanno impedito “agli aggressori di entrare nel complesso, scongiurando una carneficina perché il luogo era affollato”.

Dall’ottobre scorso, dopo una serie di provocazioni da parte di ebrei ultra-ortodossi che sono andati a pregare sulla Spianata delle moschee, si sono moltiplicati incidenti e scontri in Israele e nei territori palestinesi, nel contesto della cosiddetta “intifada dei coltelli”. Finora sono stati uccisi almeno 207 palestinesi, 28 israeliani, due americani, un sudanese e un eritreo.

La maggior parte dei palestinesi è stata uccisa mentre tentavano di accoltellare o di colpire con armi o con l’auto passanti o soldati. Altri sono stati uccisi nel corso di manifestazioni o in scontri con i militari.

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