04/09/2023, 14.24
GIAPPONE
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Tokyo piange mons. Mori, vescovo in dialogo con la società giapponese

Ausiliare accanto all'arcivescovo Shirayanagi fino al 2000, per tanti anni è stato l'anima del centro culturale cattolico. Molto attento alle relazioni con le persone diceva che per vivere la missione nella metropoli occorre "saper conquistare la fiducia delle persone, toccare il cuore dei giapponesi, facendosi vicini a chi ha bisogno di speranza". Domani i funerali presieduti dall'arcivescovo Kikuchi.

Tokyo (AsiaNews) – L’arcidiocesi di Tokyo è in lutto per la scomparsa del suo vescovo ausiliare emerito, mons. Kazuhiro Mori, morto sabato mattina in un ospedale della capitale giapponese all’età di 84 anni. Con lui se ne va una figura che ha svolto un ruolo importante nel dialogo non sempre facile tra la Chiesa cattolica e la società giapponese, soprattutto attraverso lo Shinsei Kaikan, il centro culturale cattolico che ha sede nel centrale quartiere di Shinjuku a Tokyo, che ha presieduto dal 1985 fino al 2021.

Nato nel 1938 a Yokohama, educato in una famiglia non cattolica, mons. Mori era stato battezzato al terzo anno delle superiori, in una scuola dei gesuiti. Entrato fra i carmelitani scalzi aveva emesso i voti perpetui nel 1962. Ordinato sacerdote nel 1967, dieci anni più tardi aveva lasciato l’ordine incardinandosi nel clero diocesano di Tokyo. Una scelta che l’interessato spiegava così: “Una volta diventato prete - raccontava qualche anno fa in un’intervista a Mondo e Missione, la rivista del Pime - ho capito che la relazione con gli altri è fondamentale. Incontrando i problemi sociali e appassionandomi ad essi, ho percepito che la via del Carmelo non faceva per me; per questo sono diventato prete diocesano”. Nominato nel 1985 vescovo ausiliare dell’allora arcivescovo Peter Seiichi Shirayanagi, aveva svolto questo ministero per 15 anni fino al 2000, quando, sorprendendo molti, decise di ritirarsi all’età di soli 62 anni.

Da allora e fino al 2021 è stato l’anima dello Shinsei Kaikan, un centro che propone un ricco programma di corsi di cultura cristiana ma anche occasioni di riflessione e confronto con personalità della società giapponese per leggere in profondità il contesto del Paese. Un’attività culturale che per mons. Mori era inseparabile dalle relazioni umane. “Attraverso i corsi per quelli che si avviano al cristianesimo e grazie ai contatti informali con la gente più diversa incontro molte persone e ho modo di toccare con mano le problematiche della società giapponese. Ebbene, la mia impressione è che il messaggio di fede che la Chiesa propone non sempre riesce a rispondere alle istanze profonde, ai problemi esistenziali della gente - raccontava ancora nel 2011 a Mondo e Missione, rivista per cui quell’anno tenne anche una rubrica fissa sulla presenza cristiana in Giappone -. Quando propongo le parole della Bibbia ai miei interlocutori, inizialmente sembrano non avere nessun valore; ma quando inizia un’amicizia, allora le cose cambiano e le persone si aprono”.

“Non si tratta di Oriente o Occidente – continuava mons. Mori -. Il problema cruciale è saper conquistare la fiducia delle persone, toccare il cuore dei giapponesi. Più che un problema di inculturazione teologica, insisto, è anzitutto la persona a dover fare sintesi tra la fede e la vita e sperimentare Cristo nella sua esistenza”.

“Constato un crescente vuoto nel cuore delle persone, soprattutto nelle generazioni più giovani - raccontava ancora il presule nel 2019, alla vigilia del viaggio di papa Francesco in Giappone -. Sono davvero tante le sfide che abbiamo di fronte: penso ad esempio al numero di suicidi, agli hikikomori (quei giovani che scelgono di isolarsi dalla società chiudendosi nella propria stanza davanti al computer ndr), alle famiglie in condizioni di conflitto, alla crisi di certi valori portanti della nostra società, alla competitività eccessiva del nostro sistema economico e sociale… Annunciare il Vangelo per noi oggi vuole dire farsi vicini a tutte queste situazioni che necessitano di una speranza".

I funerali di mons. Kazuhiro Mori si terranno martedì 5 settembre nella cattedrale di Tokyo e saranno presieduti dall’arcivescovo, mons. Tarcisio Isao Kikuchi.
 

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