24/04/2023, 10.34
TURCHIA
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Turchia, quote rosa le prime sconfitte: meno del 20% le possibili deputate

Solo 117 candidate potrebbero entrare in Parlamento dopo il voto del 14 maggio. Un leggero miglioramento rispetto al 17% delle ultime elezioni nel 2018, ma sempre indice di scarsa rappresentatività. In un clima di incertezza le promesse elettorali di Erdogan: l’ultima è gas gratis per tutte le famiglie da un giacimento di recente scoperta.

Istanbul (AsiaNews) - Nelle elezioni parlamentari e presidenziali in Turchia del 14 maggio, caratterizzate da grande incertezza e destinate a determinare il futuro del Paese della regione, oltre a quello personale di Recep Tayyip Erdogan, vi è già un grande sconfitto: le donne. Dall’attuale coalizione di governo ai movimenti di opposizione, compreso il “Tavolo dei sei” che si presenta come il fronte più agguerrito per contendere la vittoria al “sultano”, nessuno degli schieramenti ha puntato sulle cosiddette “quote rosa”. E andando a controllare le liste elettorali, gruppi pro diritti umani sottolineano che “solo 117 deputate potrebbero entrare nell’Assemblea”, con un dato percentuale che non raggiunge nemmeno un quinto del totale e si ferma al 19,50%. 

A sollevare la questione delle candidature femminili (e della loro rappresentatività) al voto del 14 maggio prossimo un movimento per i diritti delle donne, che attacca tutti i principali schieramenti in corsa alle elezioni. A dispetto di una presenza non marginale di donne, spiegano le attiviste della “Piattaforma delle donne per l’uguaglianza” (EŞİK), molte di loro sono collocate in posizioni che - di fatto - azzerano le possibilità di successo. 

Fra i partiti, i verdi della sinistra (Ysp) hanno il numero più consistente in tema di quote rosa, con il 41,54% di candidature femminili nelle liste. Il dato più basso quello del Movimento nazionalista Mhp, con un misero 4% di donne candidate. Il Partito della Giustizia e dello sviluppo (Akp) del presidente Erdogan, e il suo alleato Mhp, il Partito popolare repubblicano (Chp), principale movimento di opposizione e il suo alleato İYİ Party, non hanno candidate femminili rispettivamente in 34, 40, 21 e 22 province.

Secondo le proiezioni elaborate dalle attiviste di EŞİK basandosi sulle liste elettorali depositate dai vari partiti, non vi sarà una rappresentatività femminile in Parlamento in almeno 33 province sulle 81 in totale. Il gruppo stima che solo 117 deputate avranno accesso al Parlamento, con un dato percentuale del 19,5% che supera di poco il dato del 2018, quando le donne elette all’assemblea erano solo il 17% del totale.

La vigilia del voto è caratterizzata da incertezza e i principali istituti demoscopici prevedono l’assegnazione al ballottaggio della poltrona di presidente. Difatti nessuno dei due principali candidati, Erdogan e il rivale dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu, hanno i voti per vincere al primo turno dove è richiesta la maggioranza del 50%. In questo quadro di tensione e di lotta al singolo voto, il leader uscente moltiplica promesse e benefit alla popolazione per assicurarsi un nuovo mandato. L’ultima, in ordine di tempo, è la consegna alle famiglie della prima tranche di gas naturale estratto da un giacimento off-shore scoperto nel 2020 nel mar Nero.

L’annuncio è l’ultimo dei molti tentativi del governo di sbandierare grandi progetti energetici e infrastrutturali in vista del voto. “Forniremo gas naturale gratuito per il consumo delle famiglie fino a 25 metri cubi al mese per un anno” ha promesso Erdogan all’inaugurazione di un impianto on-shore di gas naturale nella provincia settentrionale di Zonguldak. E per il prossimo mese, quello decisivo dell’appuntamento elettorale, consumi di gas “illimitati e gratuiti per tutti” ha concluso.

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