Uccise 15 persone in due esplosioni alle sinagoghe di Istanbul
Istanbul (Asianews/agenzie) Due potenti esplosioni, quasi in contemporanea, a due diverse sinagoghe di Istanbul, hanno ucciso almeno 15 persone e prodotto oltre 140 feriti. L'attacco è stato rivendicato da un gruppo Islamico turco.
Abdulkadir Aksu, Ministro turco degli Interni, ha dichiarato che vi sono 15 morti, ma la polizia presente sul luogo dello scoppio ha detto che vi sono almeno 24 morti. Secondo dichiarazioni della polizia, gli attacchi non erano guidati da kamikaze.
Un'esplosione è avvenuta fuori della sinagoga Nevé Shalom, la più grande della città. L'altra ha prodotto danni enormi alla sinagoga Beth Israel, nel ricco quartiere di Sisli - a circa 6 chilometri dalla prima - dove vive una piccola comunità ebraica.
Le bombe sono esplose circa alle 10 (ora locale), mentre i fedeli erano radunati per la preghiera del Sabato. Il rabbino capo della Turchia, Rabbi Yitzhak Valeva ha dichiarato: "L'esplosione è avvenjta nel bel mezzo della preghiera. Tutte le finestre sono esplose e mi sono trovato avvolto da una spessa coltre di fumo". Molti feriti accusano segni di avvelenamento da fumi di ammoniaca. Un altro testimone oculare, citato da varie agenzie ha detto: "Era come essere in una zona di guerra".
Le strade intorno erano piene di pezzi di muro caduto, sbarre divelte, vetri e finestre fracassate. La facciata della sinagoga Nevé Shalom è crollata e davanti si è aperto un enorme cratere.
In una dichiarazione ufficiale, il Ministero degli Esteri Israeliano, ha denunciato le esplosioni come "criminali attacchi terroristi" e ha aggiunto che "il terrore è terrore sia che colpisca gli ebrei o i non ebrei".
Con una telefonata all'agenzia stampa Anatolia, un gruppo definito "Fronte dei combattenti del Grande Oriente Islamico" ha rivendicato i due attentati e ne ha preannunciati molti di più "per bloccare l'oppressione contro i musulmani". Il Ministero Turco degli Interni non esclude legami fra questo gruppo ed Al-Qaeda. Il gruppo, conosciuto anche con la sigla IBDA-C, è sospettato di essere l'autore di un'altra esplosione, avvenuta a Istanbul il 31 dicembre 2000, che ha provocato la morte di 10 persone.
Nel 1986 uomini armati forse palestinesi penetrarono nella sinagoga Nevé Shalom durante la preghiera del Sabato e uccisero 22 persone, ferendone altre 6.
In generale, la comunità ebraica di Istanbul - circa 20 mila persone - ha buoni rapporti con i turchi.