26/01/2007, 00.00
INDIA
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Un centro di meditazione per portare Gesù nella cultura indiana

di Nirmala Carvalho
Uno dei promotori dell’iniziativa: “Sarà luogo per il dialogo interreligioso”. Al suo interno una statua ritrae Gesù nella posa del Buddha illuminato. Vescovo locale: “L’inculturazione contiene la premessa che anche gli aspetti positivi delle altre culture possono essere consacrato a Dio”.
Mumbai (AsiaNews) – Nel tentativo di “preservare gli aspetti positivi della cultura indiana per consacrarli a Dio”, la Chiesa dell’India coglie la sfida dell’inculturazione e apre oggi un centro di meditazione sulle rive del lago Ashtamudi, nel villaggio di Parimanam. A presiedere la cerimonia è stato il vescovo di Kollam, mons. Stanley Roman. L’edificio, chiamato “Jagat Jyoti Mandir”, è stato costruito dalla Quilon Social Service Society (QSSS), e al suo interno presenta una fusione di elementi della tradizione cristiana con quella indiana.
 
Nella cappella interna alla costruzione, è stata consacrata una statua di Gesù, nella posizione che ricorda quella del Buddha illuminato, che medita sotto un ficus. “La posizione della statua rappresenta l’illuminazione e simboleggia un guru” secondo quanto spiegano ad AsiaNews. Sopra la rappresentazione di Gesù vi è un dipinto dell’Ultima cena, ma con alcune differenze: Gesù e i 12 apostoli sono seduti a terra con delle foglie di banano come piatti e in attesa di mangiare pane e bere vino; ad illuminare la stanza, poi, due tipiche lampade (kuthuvilakku).
 
Nella sala della preghiera è scritto in grande il mantra "aum yeshu christuve namaha", che ricorda l'invocazione vedica dell’Essere supremo. Le mura della sala di preghiera sono decorate con i simboli dei quattro evangelisti (l'aquila, il bue, il leone, l'angelo), sul soffitto sono dipinti i simboli di tutte le religioni. La costruzione nel complesso assomiglia ad un tempio indù, con una grande lampada in pietra alta quasi quattro metri.
 
P. Romance Antony, direttore della QSSS, spiega che “il mandir (nome comune per un tempio indù, ndr) è pensato anche come luogo per promuovere il dialogo interreligioso attraverso la meditazione, la preghiera  e l’incontro”. “È un tentativo - continua - di incarnare l’esperienza cristiana nei valori religiosi dell’India, mescolando le forme d'arte d'Occidente e dell'India, per esprimere la teologia cristiana con motivi indiani”.
 
Mons. Thomas Dabre, ex presidente della Commissione episcopale per il Dialogo e l’inculturazione, ha detto di “apprezzare questo interesse serio all’inculturazione, da cui dipende molto della missione della Chiesa”.  “L'inculturazione ha una premessa, che ttutto ciò che è buono nelle altre culture può essere conacrata a Nostro Singore. Gesù conserva e dà compimento a tutto ciò che c'è di buono nel mondo. Tutto ciò che vi è di buono in ogni cultura è un dono dello Spirito Santo. L'inculturazione è, alla fine, veicolo e strumento per comnuicare la fede cristiana: questo è la verifica di ogni autentica inculturazione. La Chiesa è a servizio di Gesù Cristo, perciò lo scopo dell'inculturazione è diffondere il messaggio e la missione di Gesù".
Queste iniziative – conclude – sono lo strumento per comunicare la fede in Cristo”. 
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