25/08/2021, 08.53
TURCHIA
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Van: cimitero armeno vandalizzato con bulldozer, sparse lapidi e ossa

La vicenda emersa nel distretto di Tuşba, nella provincia orientale turca. Il parlamentare di opposizione Murat Sarısaç ha presentato una interrogazione. Secondo alcune fonti dietro il danneggiamento vi sarebbe un proprietario terriero locale. Si moltiplicano gli episodi di violenze, abusi e danneggiamenti di beni e proprietà delle minoranze.

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Alcuni vandali, al momento ignoti, hanno danneggiato diverse tombe (cristiane) di un cimitero armeno nel distretto di Tuşba, nella provincia di Van, nell’estremo orientale della Turchia. Sulla vicenda il deputato turco di opposizione Murat Sarısaç, esponente del Partito democratico dei popoli (Hdp, filo-curdo), ha presentato ieri un esposto e chiesto che sia aperta una interrogazione parlamentare.

Il sobborgo di Kalecik, noto anche come Lezk, era un quartiere armeno prima del genocidio del 1915. L’Agenzia per lo sviluppo abitativo (TOKİ) ha promosso la costruzione di diversi nuclei abitativi nell’area dopo il devastante terremoto di Van del 2011. Testimoni locali riferiscono che, nei giorni scorsi, un proprietario terriero ha portato dei bulldozer nei pressi del cimiterio e danneggiato di proposito le tombe. Secondo un rapporto della Mesopotamia Agency (Ma) sono state rimosse e sparse anche lapidi e ossa. 

Nelle immagini raccolte dalle telecamere a circuito chiuso, sottolinea il deputato Murat Sarısaç, “si vede che le lapidi sono danneggiate e decine di ossa del cimitero sono sparpagliate sul terreno”. L’esponente Hdp aggiunge che incidenti simili si sono verificati spesso in passato a Van, a conferma che non sono state prese sinora misure adeguate dalle autorità centrali e locali per “proteggere monasteri, chiese e cimiteri storici”.

“Nel 2017 - ricorda - sono stati costruiti un bagno, uno spogliatoio e un parcheggio a Dilkaya Tumulus e nel cimitero armeno di Can“. “A causa della caccia al tesoro in atto e alla negligenza delle autorità esecutive - ha poi aggiunto - le strutture storiche e culturali di Van hanno subito pesanti danneggiamenti”. Sarısaç si è appellato al primo vice-presidente turco Fuat Oktay, chiedendo l’apertura di un’indagine sulla vicenda e sul perché funzionari locali e polizia non proteggano i cimiteri armeni e il patrimonio culturale e religioso. Egli domanda infine quale sia la posizione del governo centrale sugli atti vandalici e se sia stato fatto “un inventario dei monasteri, delle chiese e di altri beni culturali armeni nella regione”.

Per le minoranze la profanazione del cimitero armeno è solo l’ultimo di una serie di episodi controversi, che manifestano il mancato rispetto - se non il disprezzo e mercimonio - del patrimonio religioso e culturale. Lo scorso gennaio sono emerse le vicende di una antica chiesa armena a Bursa, espropriata e messa in vendita online per 800mila dollari o il barbecue storica chiesa armena di Sourp Asdvadzadzi; nei mesi scorsi hanno tenuto banco le conversioni in moschee delle antiche basiliche cristiane - poi musei a inizio ‘900 sotto Ataturk - di Santa Sofia e Chora.

Decisioni controverse nel contesto della politica “nazionalismo e islam” impressa dal presidente Recep Tayyip Erdogan per nascondere la crisi economica e mantenere il potere. In entrambi gli edifici le autorità islamiche hanno coperto con una tenda bianca immagini di Gesù, affreschi e icone che rivelano la radice cristiana. 

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