12/02/2010, 00.00
ASIA – CANADA
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Vancouver: le speranze dell’Asia alla XXI edizione delle Olimpiadi invernali

I giochi in programma dal 12 al 28 febbraio, in concomitanza con i festeggiamenti per il capodanno cinese. In Canada presenti circa 2.500 atleti in rappresentanza di 82 nazioni, di cui 21 asiatiche. Pechino ha allestito la più imponente delegazione di sempre, ma sul Paese grava ancora l’ombra dei “prigionieri olimpici”.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Alle 18 ora locale si aprirà la XXI edizione delle Olimpiadi invernali, in programma a Vancouver (Canada) dal 12 al 28 febbraio. Per i canadesi i giochi – dopo Calgary ’88 – rappresentano l’occasione per lo storico sorpasso sugli Stati Uniti nel medagliere e nello sport nazionale, l’hockey su ghiaccio. Molti atleti di nazionalità asiatica, invece, considerano la sola partecipazione un successo. Tuttavia, la Cina – che si appresta a festeggiare il capodanno – ha allestito la più imponente delegazione di sempre, mentre Corea del Sud (17 ori) e Giappone (9 ori) puntano a mantenere la leadership nel numero di vittorie conseguite.
 
Ai giochi invernali – ostacolati dalla mancanza di neve e dalla crisi economica – parteciperanno circa 2.500 atleti in rappresentanza di 82 nazioni, di cui 21 provenienti dal continente asiatico. La delegazione cinese è formata da 180 membri e 94 atleti, che gareggeranno in 10 discipline. Ad oggi il Paese del dragone ha conquistato 33 medaglie (4 ori, 16 argenti e 13 bronzi); gli sportivi auspicano che la concomitanza con il capodanno cinese – che si festeggia il 14 febbraio e coprirà l’intera durata dei giochi – sia di buon auspicio per arricchire il palmarès.
 
Ieri il Comitato olimpico cinese (Coc) ha aperto le porte della China House a Richmond, il primo centro di accoglienza (nella foto) allestito in occasione dei giochi invernali. Un luogo di relax, a detta dei delegati, dove atleti, allenatori e accompagnatori possono smaltire la pressione delle competizioni.
 
Sulla Cina, tuttavia, grava ancora l’ombra degli abusi e delle violazioni ai diritti umani compiute durante le Olimpiadi di Pechino ‘08. Attivisti, dissidenti, giornalisti imprigionati e condannati perché chiedevano libertà di stampa e il rispetto dei diritti umani. Nei giorni scorsi Reporter senza frontiere ha inviato una petizione a Jacques Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), in cui si chiede la sua intercessione presso le autorità cinesi per ottenere la liberazione dei cosiddetti “prigionieri olimpici”. Secca la risposta del Cio, che afferma di non avere l’autorevolezza per farlo e invita a “lasciare questo genere di cose ad altri organismi più importanti come le Nazioni Unite e le sue agenzie”.
 
Alla XXI edizione delle Olimpiadi invernali parteciperanno anche due atleti provenienti dalla Corea del Nord, un atleta di Taiwan, due dal Nepal, un pakistano e tre indiani. La delegazione di New Delhi ha un motivo in più per ben figurare ai giochi: onorare la memoria di un commilitone, travolto da una valanga il giorno successivo all’arrivo degli atleti a Vancouver. “Abbiamo appreso la notizia da internet” ha spiegato Shabir Wani, allenatore della squadra di sci di fondo.
 
In India meno della metà del miliardo e centomila abitanti sa della partecipazione della squadra ai giochi invernali. “Se parli di sci – chiosa il capo-delegazione R.K.Gupta – circa il 25% delle persone pensa al pattinaggio”. Il gigante dell’Asia del sud ha conquistato 20 medaglie nelle Olimpiadi estive, ma è ancora ferma al palo nei giochi invernali, la cui prima partecipazione risale al 1964.
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