12/10/2022, 13.56
OCEANIA
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Vanuatu al voto nello scontro Cina-Usa sul Pacifico

Saranno 49 gli osservatori internazionali: le elezioni anticipate di Vanuatu saranno guardate con attenzione da Australia, Stati Uniti e Giappone a causa degli stretti legami con la Cina. Sono 219 i candidati che si contenderanno 52 seggi. Lo scioglimento del Parlamento era stato approvato dalla Corte suprema dopo che il governo ha provato a evitare la propria caduta.

Port Vila (AsiaNews/Agenzie) - Si terranno domani le elezioni anticipate nell’arcipelago di Vanuatu dopo che la Corte suprema il mese scorso ha confermato che lo scioglimento del Parlamento con due anni di anticipo è stata una mossa legale da parte del governo, che ha così evitato un voto di sfiducia. Quasi 220 candidati si contenderanno 52 seggi.

A giugno il leader dell’opposizione Ralph Regenvanu aveva accusato il primo ministro Bob Loughman di voler apportare “modifiche pericolose” alla Costituzione portando da quattro a cinque anni la durata del governo.

Vanuatu, composta da 80 atolli e 300mila abitanti, è la nazione del Pacifico con i legami più stretti con la Cina, al punto che l’unico quotidiano del Paese pubblica le notizie online anche in cinese. In occasione del 40mo anniversario dell’instaurazione dei rapporti diplomatici tra le due nazioni, il China Daily aveva sottolineato, tra le altre cose, che “la Cina non ha mai risparmiato gli sforzi per fornire assistenza a Vanuatu senza alcun vincolo politico. L'assistenza ha effettivamente favorito lo sviluppo di Vanuatu, ha migliorato le condizioni di vita della popolazione e ha ottenuto il plauso di tutti i ceti sociali”. Pechino, inoltre, ha costruito il palazzo del parlamento, un campo sportivo, un centro congressi e diverse infrastrutture per “la promozione dello sviluppo agricolo e turistico”. 

A luglio 2021 oltre 30 rappresentanti di cinque diversi partiti politici hanno preso parte a un vertice virtuale del Partito comunista cinese, mentre a giugno il ministro degli Esteri cinese si è recato in visita a Port Vila, che ha annunciato un rafforzamento dei legami economici tra i due Paesi. Quando poi il presidente americano Joe Biden ha organizzato un summit per contrastare l’influenza cinese nella regione, Vanuatu non ha potuto inviare nessun leader politico perché il governo era già entrato in modalità provvisoria. Al suo posto ha presenziato l’ambasciatore negli Stati Uniti.

Tra i 49 osservatori internazionali che oggi sono arrivati nell’arcipelago per monitorare il processo elettorale ci sono funzionari australiani, cinesi e giapponesi. Il voto di domani verrà trasmesso in diretta radiofonica, continuando una pratica di trasparenza inaugurata con le elezioni del 2020 durante la pandemia, quando l’ingresso agli osservatori internazionali era stato vietato. 

L’Australia - che aveva espresso preoccupazione per l’aumento della presenza cinese nell’area dopo l’annuncio degli accordi di sicurezza tra la Cina e le vicine isole Salomone - ha inviato a Vanuatu finanziamenti e mezzi di trasporto per aiutare la distribuzione delle schede elettorali tra gli atolli.

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