10/04/2017, 12.40
INDIA
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Varanasi: al posto delle palme, i giacinti raccolti per depurare gli affluenti del Gange

di Nirmala Carvalho

L’iniziativa per la Domenica delle Palme è del Vishwa Jyoti Communications, il centro di informazione dell’Indian Missionary Society. I missionari hanno radunato attivisti di tutte le religioni. Con l’insediamento del nuovo governo nazionalista, si è bloccata l’opera di ripulitura delle acque.

Varanasi (AsiaNews) – A Varanasi, in Uttar Pradesh, tutta la comunità cristiana ha celebrato la Domenica delle Palme. Ma al posto dei classici rami di palma, i cristiani hanno sollevato piante di giacinto, prelevate dai due principali affluenti del Gange che bagnano la città sacra per la religione indù. In vista delle celebrazioni, il Vishwa Jyoti Communications, il centro di informazione dell’Indian Missionary Society, ha riunito attivisti di tutte le religioni. Essi si sono impegnati a depurare il lago Kandwa dai rami di giacinto che crescono rigogliosi, e che impediscono il normale deflusso dei fiumi Varuna e Asi, i due corsi d’acqua che danno il nome alla città.

Le acque di entrambi i fiumi sono drenate e inquinate da piante infestanti, oltre che da numerosi rifiuti. Per questo p. Anand ims e p. Praveen Joshi ims hanno dato vita ad un gruppo di persone attente alla cura dell’ambiente e del territorio che ha organizzato una speciale campagna di “ringiovanimento” dei fiumi.

L’obiettivo degli organizzatori, riferiscono i due sacerdoti ad AsiaNews, “è attirare l’attenzione dell’amministrazione pubblica sulle deplorevoli condizioni di questi corsi d’acqua”. Grazie alla continua opera di persuasione da parte del Vishwa Jyoti Communications, negli anni i governi statali hanno adottato qualche misura a protezione delle acque e delle sue popolazioni che abitano le rive.

Ma ora, con il cambio di amministrazione dello Stato [passato in mano al Bjp (Bharatiya Janata Party, nazionalisti indù) alle recenti elezioni di metà marzondr], il loro lavoro ha subito una brusca interruzione. I sacerdoti riferiscono che gli attivisti – sotto lo slogan “Sajha Sanskriti Manch” (Forum unito per la diversità culturale) – hanno deciso di portare avanti l’opera di depurazione dei fiumi, nonostante abbiano ricevuto delle minacce. La campagna di ripulitura, concludono i sacerdoti, “si trova di fronte l’opposizione delle caste elevate, che hanno invaso le sponde del fiume e costruito grandi ville in maniera illegale”.

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