01/09/2025, 12.15
INDIA - PAKISTAN - CINA
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Vertice SCO: Delhi ottiene la condanna del terrorismo, ma resta il gelo con Islamabad

L'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai ha condannato l'attentato di fine aprile in Kashmir che ha portato al conflitto armato tra India e Pakistan, ma anche citato gli attacchi terroristici in Belucistan, che secondo Islamabad sono coordinati da Delhi. Modi, a differenza dell'omologo pakistano Shahbaz Sharif, ha evitato di esprimere sostegno alla Belt and Road Initiative. Per Pechino, nonostante le tensioni in Asia meridionale, il multilateralismo resta l'opzione migliore per costruire un blocco anti-USA. 

Tianjin (AsiaNews) - Nonostante l'immagine di unità che i Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai hanno cercato di proiettare all'estero presentandosi come un blocco unito in chiave anti-occidentale, le relazioni tra India e Pakistan restano un nodo per la Cina, che ha puntato le sue carte su questo vertice. Nella sua dichiarazione finale la SCO ha duramente “condannato” il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, citando sia l’attacco di Pahalgam del 22 aprile, sia gli attentati compiuti in Belucistan tra marzo e maggio di quest’anno, il primo contro il treno Jaffar Express, il secondo avvenuto nella città di Khuzdar.  

È una vittoria a metà per il primo ministro indiano Narendra Modi che accusa il Pakistan di essere direttamente responsabile dell’attentato in Kashmir che ha provocato la morte di 26 persone, perlopiù turisti indiani. A giugno di quest’anno era stata proprio l’India a rifiutarsi di firmare il comunicato congiunto al termine del vertice dei ministri della Difesa della SCO, svoltosi a Qingdao (Cina), impedendone così la pubblicazione. Il ministro indiano Rajnath Singh aveva spiegato che la decisione era legata all’assenza nel testo di una posizione chiara e condivisa contro il terrorismo transfrontaliero, in particolare quello sostenuto dal Pakistan.

Allo stesso modo, da tempo Islamabad accusa New Delhi di finanziare e sostenere movimenti indipendentisti che compiono attentati in Pakistan, e in particolare nella regione del Belucistan. Il primo ministro del Pakistan, Shahbaz Sharif, nel suo discorso inaugurale ha ribadito di avere “prove inconfutabili del coinvolgimento di alcune mani straniere” nei recenti attentati in Pakistan.

A maggio le tensioni tra i due Paesi dell’Asia meridionale erano sfociate in un conflitto aperto: la fine dei combattimenti era seguita all’intervento statunitense, nonostante le ripetute dichiarazioni di Modi secondo cui non c’è stato nessun intervento di terze parti. Al contrario, il cessate il fuoco sarebbe stato raggiunto direttamente tra le forze armate indiane e pakistane, su richiesta del Pakistan stesso. Questa posizione è stata espressa da Modi e dai funzionari indiani in diverse occasioni, anche in risposta alle affermazioni del presidente statunitense Donald Trump che aveva rivendicato un ruolo decisivo nella mediazione per la pace tra i due Paesi. Modi ha insistito sul fatto che l'India non accetta e non accetterà mai la mediazione di terzi nelle sue relazioni con il Pakistan.

La successiva imposizione di dazi del 50% alle esportazioni indiane ha poi spinto Delhi a riavvicinarsi a Pechino e prendere parte allo SCO, nonostante il continuo sostegno cinese all’alleato Pakistan. E nonostante una certa frustrazione cinese nei confronti di New Delhi, che, da quando è entrata a far parte dell’Organizzazione nel 2017 insieme al Pakistan, è stata più volte descritta dagli esperti di Pechino come un “cancro interno” per l’opposizione alle iniziative cinesi. Allo stesso tempo, però, è proprio nei contesti multilaterali che Pechino spera di costruire un blocco anti-USA.

I 10 Paesi membri dell’Organizzazione, che includono anche la Bielorussia, l’Iran, il Kazakistan, il Kyrgyzstan, il Tagikistan, l’Uzbekistan e la Russia hanno chiesto anche la fine dei “movimenti transfrontalieri” per quanto riguarda i gruppi terroristici e separatisti, verso cui è stata espressa la condanna che vengano usati per “scopi mercenari”. 

Non è passato inosservato il gelo calato tra il capo di governo indiano Modi e il premier pakistano Sharif, che hanno evitato ogni tipo di interazione. Sharif, come riporta il quotidiano in lingua inglese Dawn, non ha mancato di lanciare una non troppo velata critica all’India per la sospensione del Trattato sulle acque dell’Indo e gli attacchi di missilistici di maggio: “Il Pakistan ha sempre creduto nel potere del multilateralismo, del dialogo e della diplomazia, rifiutando l'unilateralismo. Eppure, con nostro grande stupore e profonda delusione, la regione ha assistito a sviluppi estremamente preoccupanti negli ultimi mesi. Il Pakistan sostiene e rispetta la sovranità e l'integrità di tutti i membri della SCO e dei suoi vicini”, ha affermato Sharif.

La dichiarazione congiunta finale si concentra poi sul rafforzamento del Sud globale in un momento in cui le relazioni diplomatiche e commerciali sono caratterizzate da una “situazione globale caotica e in cambiamento”. Gli Stati membri si sono opposti a "misure coercitive unilaterali, comprese quelle di natura economica", un probabile riferimento ai dazi statunitensi. Il presidente cinese Xi Jinping, che ha presieduto la riunione dei capi di Stato membri, nel suo discorso di apertura ha criticato il "comportamento prepotente" nell'ordine mondiale e ha invitato i leader ad "aderire all'equità e alla giustizia", ​​opponendosi al contempo alla "mentalità da guerra fredda".

L’India si è unita al resto degli Stati membri nel condannare la guerra israeliana contro Gaza e gli attacchi militari di Israele e Stati Uniti contro l’Iran, ma a differenza degli altri membri non ha ribadito il proprio sostegno alla Belt and Road Initiative, il mega progetto infrastrutturale di Pechino di collegare la Cina con il resto del mondo. Nel suo discorso di apertura, presidente cinese Xi Jinping ha promesso di erogare due miliardi di yuan (circa 240 milioni di euro) ai Paesi membri in forma di sovvenzioni entro quest'anno e altri 10 miliardi di yuan in forma di prestiti alle banche membri del Consorzio Interbancario SCO nei prossimi tre anni, sottolineando inoltre la necessità di istituire una banca di sviluppo interna alla SCO "il prima possibile".

Il Pakistan, al contrario, ha elogiato la Cina per le proprie iniziative di cooperazione economica regionale: “Per noi, la SCO è la piattaforma che meglio rappresenta l'impegno costante del Pakistan per la cooperazione e l'integrazione regionale. Il successo della Cina alla presidenza della SCO riflette la leadership saggia e visionaria del Presidente Xi”, ha affermato Sharif nel suo discorso, sostenendo inoltre che la città portuale di Tianjin scelta come sede dell’incontro  rappresenta “i valori fondamentali della Cina come connettore e ponte di culture e civiltà”

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