09/11/2016, 12.13
INDONESIA
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Vescovi indonesiani: Educhiamo una nuova classe politica per combattere la corruzione

di Mathias Hariyadi

Tre “giornate di studio” per approfondire una fra le prime emergenze della società indonesiana. Tra i relatori Ignatius Jonan, ministro dell’Energia, cattolico e “un esempio di buona amministrazione”. Analisti: “Rispetto al passato la corruzione è diffusa a tutti i livelli”.

Jakarta (AsiaNews) – Combattere la corruzione prendendo esempio dai buoni politici che operano nella legalità. È l’appello che viene dall’incontro organizzato dai vescovi indonesiani in questi giorni, cui hanno partecipato diversi esponenti del governo e delle organizzazioni che combattono l’illegalità. Ogni anno, prima dell’assemblea annuale, la Conferenza episcopale (Kwi) dedica tre “giornate di studio” alle tematiche più importanti per la vita del Paese. Il tema di quest’anno è la corruzione, che rimane un’emergenza per l’Indonesia.

Il primo ad intervenire è stato Ignatius Jonan, ex ministro dei Trasporti e ora capo dicastero per l’Energia. Il politico cattolico è considerato una stella nascente e un ottimo esempio di come si possa risanare l’amministrazione pubblica. Gli viene riconosciuto il merito di aver risollevato le sorti della compagnia ferroviaria nazionale (Pt Kai) e di averla resa funzionante, con treni puliti e in orario. Ora sta facendo lo stesso nel ministero più strategico del Paese, in quanto l’Indonesia è ricchissima i depositi minerari, giacimenti di oro e di petrolio.

Jonan ha distinto la “corruzione che deriva dal bisogno, che è conseguenza dell’ingiustizia sociale, e la corruzione che deriva dall’avidità. Questa è in stretta relazione con la bassa qualità della persona”. La miglior soluzione per ridurre il primo tipo di corruzione, ha affermato il politico, è “migliorare le condizioni della società garantendo un sistema che funzioni e con un amministrazione trasparente”.

Gli altri relatori provengono dalla Commissione anticorruzione (Kpk) e da altri osservatori. Tutti hanno dato il pieno sostegno alla Fondazione Bhumiksara, creata dalla Conferenza episcopale allo scopo di educare nuovi leader cattolici che possano guidare la società e prevenire la corruzione.

Secondo il giudice del Kpk Alexander Marwata, “rispetto al periodo della presidenza di Suharto (1967-1998), dove la maggior parte della corruzione era concentrata a Central Jakarta, ora essa avviene dovunque e chiunque si comporta in modo scorretto senza esitazione”. Altri analisti hanno fatto notare che, mentre nel passato la corruzione si registrava negli ambienti politici, ora anche i funzionari non governativi compiono abusi.

Alla tre giorni hanno partecipato 36 vescovi. Ad inizio anno essi avevano criticato il piano di riforma dell’anticorruzione, che “è manipolato per interessi politici” e prevede una riduzione dei poteri del Kpk.

Secondo i dati di Transparency International, aggiornati al 2015, l’opinione pubblica indonesiana percepisce il settore pubblico come molto corrotto, classificando il Paese all’88mo posto su 168. Inoltre, la politica risulta essere spesso usata per scopi personali e in questa classifica Jakarta totalizza -0,7 punti, in una scala da -2.5 a +2,5.

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