03/01/2008, 00.00
LIBANO
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Vescovi maroniti: clima politico “odioso” ; la paralisi spinge all’emigrazione

di Paul Dakiki
Il patriarca Sfeir e gli altri prelati accusano “Stati o persone, libanesi o stranieri” nel voler mantenere lo stallo nel Paese. Che intanto fa aumentare la povertà interna e l’emigrazione.

Beirut (AsiaNews) –L’Assemblea dei vescovi maroniti ha denunciato “il clima politico odioso” che si respira in Libano, dove le elezioni presidenziali vengono di continuo rimandate a causa di un braccio di ferro fra il governo filo-occidentale e l’opposizione filo-siriana. In un comunicato diffuso ieri dopo l’Assemblea, tenuta a Bkerke sotto la presidenza del patriarca Nasrallah Sfeir, i vescovi fanno notare che la situazione spinge molti libanesi “a lasciare il loro Paese per [andare] verso luoghi dove potranno lavorare ed esercitare i loro talenti in un clima di tranquillità”. Tutto questo, affermano i vescovi, rappresenta “un impoverimento del Paese”.

I prelati ricordano che un simile vuoto di potere non si è mai avuto nella storia della repubblica libanese e riflette “l’ampiezza del disaccordo fra i membri della classe politica, in cui alcuni cercano i propri interessi personali, prima di quelli del Paese”.

Mentre il parlamento continua a rimandare la seduta cruciale, e si susseguono attentati mortali contro legislatori anti-siriani, nelle scorse settimane i politici di tutti gli schieramenti hanno deciso di appoggiare la candidatura del generale Michel Sleiman, preparandosi anche a emendare la costituzione per permettere a un militare di diventare presidente. Ma a questo punto l’opposizione, guidata dagli Hezbollah, hanno chiesto un governo di unità nazionale in cui essi avessero almeno 11 ministeri e diritto di veto.

La comunità internazionale accusa la Siria di fare pressioni sugli Hezbollah per distruggere l’esperimento libanese; gli Hezbollah, da parte loro, accusano il governo di essere alle dipendenze degli Stati Uniti.

I vescovi maroniti puntano il dito verso “coloro che in modo deliberato impediscono i progetti di regolamentazione, siano essi Stati o persone, responsabili libanesi o stranieri” e fanno notare che lo stallo in cui versa la nazione sta diffondendo la povertà: “La paralisi che segna le attività dei diversi settori economici e il caro-vita che l’accompagna,… pesano soprattutto sulle fasce dei bisognosi, e mostra in modo visibile lo stato di degradazione di cui siamo testimoni”.

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