07/10/2022, 10.54
TURCHIA
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Vicario d’Anatolia: nel cammino sinodale la costruzione di una Chiesa diocesana

Nel fine settimana a Efeso e İzmir in programma il Convegno sinodale della Chiesa di Turchia, previsti incontri, preghiere e una solenne celebrazione eucaristica. Mons. Bizzeti traccia un bilancio del lavoro sinora compiuto e le urgenze per il futuro. Le famiglie primo luogo per coltivare la fede, serve maggiore “slancio” per “far conoscere il cristianesimo”. Il nodo legato al Trattato di Losanna. 

Istanbul (AsiaNews) - Formazione del laicato, integrazione dei neofiti nelle comunità tradizionali, superamento di una Chiesa clericale e l’urgenza di far nascere e consolidare una realtà diocesana che integri una Chiesa “finora legata agli ordini religiosi”. Sono i temi emersi nel cammino sinodale sinora compiuto dalla comunità cattolica di Turchia, come racconta ad AsiaNews mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente della Caritas locale, alla vigilia del Convegno in programma a Efeso e İzmir l’8 e 9 ottobre. “La Chiesa turca - sottolinea il prelato - attraversa una fase di grande vivacità, grazie anche alla presenza di vescovi giovani e pieni di entusiasmo, e persone che hanno voglia di coinvolgersi. Allo stesso tempo c'è una situazione di grande fragilità”. 

Per il vicario di Anatolia resta centrale il nodo legato all’essere “minoranza senza riconoscimento giuridico”, che rende “la nostra situazione e condizione sempre molto precaria”. A pagare il prezzo maggiore sono “i rifugiati [cristiani] siriani, che non possono aprire cappelle e luoghi di preghiera, centri di ritrovo e aggregazione soprattutto per i giovani” che rischiano di essere i più emarginati.

Nei mesi scorsi le comunità cristiane turche, in comunione con la Chiesa mondiale, hanno “approfondito” il cammino sinodale voluto da papa Francesco, favorendo la “partecipazione attiva” di tutti i fedeli. In un messaggio di presentazione della due giorni di Convegno sinodale della Chiesa di Turchia mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Izmir presidente della Conferenza episcopale, auspica una fattiva partecipazione per un evento “di grande importanza”. In calendario preghiere, incontri, tavole rotonde sui temi di maggior interesse e una solenne celebrazione eucaristica a conclusione del convegno, che ha come l’obiettivo quello di contribuire alla crescita “nel discernimento” della Chiesa locale. 

In questi mesi i cattolici hanno intrapreso un percorso sinodale, sfociato poi in un documento inviato a Roma. “Abbiamo avvertito - racconta il vicario d’Anatolia presentando la due giorni - l’utilità di far incontrare persone che hanno partecipato al cammino, rappresentanti di ogni diocesi” con i quali elaborare “una visione del lavoro compiuto e una occasione per racontare quanto sta avvenendo nella Chiesa in Turchia”. Fra i fedeli vi è grande entusiasmo nella partecipazione a “celebrazioni e festività”, ma manca ancora “un certo slancio nel far conoscere il cristianesimo, nell’assumersi responsabilità” al cospetto di una Chiesa ancora troppo “appoggiata sui suoi pastori”. 

A questo si affianca il tema dei “neofiti, i rifugiati” che mostrano una “grande vivacità” pur restando irrisolto il “problema della formazione, soprattutto dei presbiteri che spesso non sono preparati per l’evangelizzazione ma solo all’amministrazione dei sacramenti”. “Non basta - aggiunge - prendersi cura di un gregge già assestato, ma qui in Turchia come altrove nel mondo abbiamo bisogno di persone capaci di far nascere e ripensare le comunità” in una Chiesa che dispone di una grande “varietà di carismi. I laici devono essere meno passivi e più preparati, vivendo prima di tutto una Chiesa domestica e una fede all’interno delle famiglie” che sono “le prime protagoniste dell’evangelizzazione”. 

La Chiesa turca ha ancora molti bisogni irrisolti, come la mancanza di risorse umane ed economiche, ma dispone al contempo di un tesoro che non sono solo i luoghi del passato che i pellegrini vengono a visitare, ma che è rappresentato dalle stesse “comunità vive. Sarebbe bello - afferma mons. Bizzeti - aumentare le possibilità di conoscenza e incontro, lo scambio di doni, i momenti di studio e approfondimento delle diverse realtà, come la Chiesa siriaca che rappresenta un vero ‘terzo polmone’ della cristianità con la sua teologia e la sua vivacità”. 

Nell’incontro di Efeso verranno infine tracciate le prossime tappe del cammino sinodale, dando continuità al percorso. Parte dei problemi della Chiesa in Turchia sono collegati a “questioni istituzionali” conclude il prelato, il quale si augura che in occasione del centenario del Trattato di Losanna “ci possa essere una revisione nei rapporti che ad oggi sono congelati fra lo Stato turco e la Chiesa cattolica, perché vi sia un pieno riconoscimento [anche giuridico] della comunità”. 

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