Violenze all'inizio delle elezioni
Manila (AsiaNews) Mentre aprono il tutto il paese i seggi elettorali, le autorità hanno comunicato che vi sono già almeno 16 morti in violenze legate alle elezioni. Ieri le forze di sicurezza hanno ucciso 7 uomini che con le armi in pugno minacciavano la gente a votare per alcuni candidati locali nell'isola di Masbate. Il responsabile della campagna elettorale per il governatorato è stato ucciso questa mattina a Daanbatayan, nell'isola di Cebu. Due promotori sono stati uccisi a Manila per lo scoppio di alcune granate; altri 6 a Zamboanga del Norte in due agguati. Secondo il governo finora la campagna elettorale durata circa 3 mesi - è costata la vita ad almeno 104 persone.
Oltre 43 milioni di filippini sono chiamati oggi a votare per eleggere presidente, vice-presidente e deputati locali. Le elezioni nelle Filippine sono spesso segnate da violenze generate da guardie armate di signori locali che vogliono imporre i loro candidati o da gruppi di guerriglia marxista che rifiutano il processo elettorale o rapiscono i candidati per estorcere denaro.
Ieri nella chiesa di sant'Agostino, nella città vecchia (Intramuros) , mons. Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, ha celebrato una messa alle 12, in presenza di tutti i 5 candidati presidenziali: il presidente in carica Gloria Macapagal-Arroyo, Fernando Poe Junior, Raul Roco, Ping Lacson e Fratel Eddie Villanueva, leader di un gruppo carismatico. Essi erano stati invitati alla celebrazione dalla ex presidente Cory Aquino, pregando per la pace e l'unità della nazione.
All'inizio della messa i 5 candidati, andando vicino all'altare hanno fatto un giuramento: "Dammi [o Signore] l'umiltà di accettare i risultati delle elezioni, comunque esse siano, a mio vantaggio o svantaggio, perché tutto sia sempre per la tua gloria".
Nella sua omelia, l'arcivescovo Rosales ha chiesto ai candidati di "difendere la Costituzione, il sogno di ogni filippino". I passati 58 anni, egli ha continuato, hanno causato la divisione nella nazione attraverso leggi marziali, colpi di stato, bassi interessi politici, corruzione.
L'arcivescovo ha ricordato che il 63% della nazione vive nella povertà e questi , ad ogni elezione, sono sempre più emarginati. "Risparmiate ai poveri ancora più sofferenze!" ha detto il prelato.
Commentando le voci di possibili colpi di stato dopo le elezioni, egli ha aggiunto: "Ricordatevi che sono i poveri a soffrirne di più. Non ci dovrebbe essere spazio per piani di violenza, né per ambizioni personali. Si dovrebbe dare spazio anzitutto allo sviluppo e alla ripresa della nazione. Rifiutate l'uso della violenza".
Alla fine della messa, Cory Aquino ha dichiarato ad AsiaNews: "Io credo che se ci incontriamo a pregare, Dio risponderà alle nostre domande". Cory Aquino ha lanciato un appello alla popolazione perché vada a votare ed "aiuti il controllo sulle elezioni. Ma la cosa più importante ha aggiunto è pregare gli uni per gli altri. Siamo tutti filippini e dovremmo cominciare a prenderci cura gli uni degli altri".
19/09/2017 11:46
29/09/2021 11:49