27/12/2018, 14.51
MYANMAR
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Yangon, operatore umanitario: Natale, speranza e desiderio di una ‘vita bella’

di Livio Maggi

Il country manager della Ong New Humanity: “Vale la pena vivere per far contenti gli altri”. Il riscatto dei giovani carcerati, la battaglia dei tossicodipendenti per il proprio riscatto, gli incontri quotidiani: “Il Signore, pur in mezzo a mille difficoltà, mi fa vedere tante cose belle”.

Yangon (AsiaNews) – Riportiamo di seguito ampi stralci della lettera che Livio Maggi, country director di New Humanity Myanmar (Nhm), ha voluto indirizzare, in occasione del Natale, a tutti gli amici per raccontare la sua esperienza nel Paese del Sud-est asiatico. Organizzazione senza fini di lucro, Nhm collabora con le autorità nel più grande riformatorio della nazione: educazione e formazione sono al centro dell’iniziativa, che coinvolge sei giovani insegnanti, 120 ragazzi ed attività di avviamento al lavoro con corsi professionali. Altro fronte su cui l’organizzazione è impegnata è la lotta alle dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti. Di recente, la Ong ha avviato i lavori di costruzione di un nuovo asilo nel villaggio di Ho Nar, nella provincia di Taunggyi, per garantire l’educazione di 130 bambini in età compresa tra i 3 ed i 5 anni.

Carissimi,

Il Natale è giunto un po’ di corsa quest’anno, quasi inatteso e senza accorgermene. Mi accorgo però che gli anni passano e non sempre si riesce a reagire come si vorrebbe, dal punto di vista fisico e spirituale. Tutto risente della corsa degli anni.

Ma non posso proprio lamentarmi. Sarebbe un peccato. Mi accorgo che il Padreterno mi mette in situazioni così particolari che augurerei a molti di fare le stesse mie esperienze, alla mia età. Certo, non è il paradiso, intendiamoci; ma il Signore, pur in mezzo a mille difficoltà, mi fa vedere davvero tante cose belle.

Il lavoro con i ragazzi del centro “per minori” con i loro tanti problemi, esperienze di abusi e di violenze; ma anche la bellezza di giovani che si avviano al lavoro dopo anni di “riformatorio”, frutto del lavoro delle nostre maestre - contente della loro nuova scuola - e dei corsi di mestiere.

Oppure i giovani che vogliono liberarsi dal peso delle anfetamine e dell’alcool e hanno iniziato un cammino per la “riconquista di sé stessi” in un nostro centro di Taunggyi. Ancora, la bellezza di vedere famiglie di bambini con difficoltà e disabilità, che si uniscono e si danno una mano, pur nella povertà, e nell’incapacità di affrontare problemi a volte per loro incomprensibili. E molto altro ancora…

È bello condividere la quotidianità con la gente. Prendere il bus e fare un’ora e mezza nella calca, oppure il fermarsi a mangiare in quei negozietti dove di stranieri non se ne vede nemmeno l’ombra; con tanta spontaneità ed attenzione il ragazzo ti pulisce in modo particolare la sedia quasi dovesse sedersi il Papa, che lui certo non sa chi sia…

C’è un ragazzino che incontro ogni mattina, sulla strada. Vende granoturco a chi vuole fare “merito” dando da mangiare alle miriadi di colombi che si aggirano in ogni angolo di Yangon. Questo ragazzino, di 13 anni, è lì ogni mattina dalle 5.30 alle 9.00. Poi corre a scuola, sempre serio. Abbiamo cominciato a fare amicizia perché un giorno gli ho lasciato una specie di pane locale per colazione.

Da quella mattina ogni giorno il suo sorriso smagliante mi accoglie un attimo prima di arrivare in ufficio. Un sorriso da divo del cinema: bellissimo. La settimana scorsa ha osato dire una parola per chiedermi di regalargli scarpe, divisa e, naturalmente, pallone da calcio. “Anche i guanti – mi ha detto – perché io gioco in porta”. Non so se ci sia mai stato un ragazzo più contento, il giorno dopo in cui gli ho portato quanto richiesto…

Mentre scrivo queste righe, un gruppo di giovani della comunità cattolica Kachin è venuta per cantare canti natalizi ed augurare buon Natale. Lo fanno per le famiglie cattoliche e per i religiosi della zona. Due-tre giorni intensi a cantare fino alle due-tre di notte, senza che nessuno si arrabbi: questo è il Natale dei cristiani di qui, ma è un Natale che appartiene un po’ di tutti. Così fanno tanti gruppi di giovani, cattolici e protestanti, durante questi giorni: augurare gioia.

Questa gioia è quanto vorrei augurare a ciascuno di noi: a me ed a voi. A tutti ed a ciascuno. La gioia delle piccole cose, della fiducia reciproca, dei rapporti semplici, del godere la bellezza di quanto Nostro Signore ci ha dato e insegnato. E se caso mai l’avessimo dimenticata… non è mai tardi per riprenderla!

Questo è il Natale per quest’anno: rimettere in moto la speranza ed il desiderio di una vita bella. Questa è la bellezza di Gesù. È Lui la forza della speranza: anche la vita più difficile può cambiare…

Livio

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