08/10/2015, 00.00
YEMEN - ARABIA SAUDITA
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Yemen, raid aereo colpisce una festa di nozze: almeno 15 morti e 25 feriti

Il raid è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri. Centrata una abitazione privata a Sanban, circa 100 km a sud-est di Sana’a, sotto il controllo dei ribelli Houthi. Riyadh non commenta, ma dietro l’attacco vi sarebbe la coalizione a guida saudita. Nel Paese è allarme umanitario: l’80% della popolazione è a rischio fame, almeno 2.300 le vittime civili.

Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - Un raid aereo sferrato - con molta probabilità - dalla coalizione saudita in Yemen ha colpito un gruppo di persone che partecipavano a una festa di matrimonio, uccidendo almeno 15 persone e ferendone altre 25. L’attacco è avvenuto nella tarda serata di ieri e ha centrato una abitazione privata nella regione di Sanban, provincia di Dhamar (circa 100 km a sud-est della capitale), sotto il controllo dei ribelli sciiti Houthi, obiettivo dal marzo scorso di una campagna militare guidata da Riyadh. 

Il 28 settembre un altro raid aereo aveva centrato un’altra festa di matrimonio nella cittadina costiera di Mocha, sul mar Rosso, uccidendo in quell’occasione circa 130 persone. La coalizione aveva smentito ogni responsabilità nell’attacco nell’incidente più grave dall’inizio della guerra; tuttavia, l’attacco sembra essere opera di Riyadh. 

In queste ore il governo saudita e i suoi partner arabi non hanno voluto commentare questo nuovo episodio di sangue, mentre aumentano le vittime fra i civili. Secondo stime delle Nazioni Unite - che hanno lanciato da tempo un allarme sui “costi” della guerra in termini di vite umane - nel conflitto sono finora morte quasi 5mila persone, di cui oltre 2.300 civili. 

Sostenute dagli attacchi aerei, le forze filo-governative hanno da qualche tempo riconquistato diverse aree a sud dello Yemen, cacciando le milizie sciite dalla città portuale di Aden, la seconda per importanza del Paese. I raid, sostenuti anche dagli Stati Uniti, sono iniziati a marzo, a due mesi di distanza dalla cacciata del governo da parte dei ribelli Houthi. 

Ieri i vertici del movimento sciita - legato all’Iran da un’alleanza politico-militare - hanno annunciato di aver accettato per iscritto il piano di pace in sette punti elaborato dall’Onu. L’intesa prevede, tra gli altri, il cessate il fuoco, il ritiro delle milizie armate dalle città e il ritorno del governo da Aden alla capitale Sana’a. Il presidente yemenita Abdrabbuh Mansour Hadi pretende però che i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, si ritirino dalle aree occupate prima della sottoscrizione dell’accordo. 

Attivisti e organizzazioni pro diritti umani hanno accusato l’Arabia Saudita e gli altri Paesi della coalizione araba di crimini di guerra e hanno lanciato un appello alla comunità internazionale, perché sia interrotta la vendita di armi a queste nazioni. Serve con urgenza una indagine indipendente ed efficace sulle violazioni, affermano gli esperti, e il blocco al commercio di armamenti. 

Nel Paese sarebbe in atto un disastro umanitario e quasi 21 milioni di persone (pari all’80% della popolazione) sarebbe in condizioni di “carestia” e con un bisogno “disperato” di cibo e medicine. Circa 1,5 milioni gli sfollati interni. 

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