18/01/2021, 12.23
PAKISTAN
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​Covid-19 e discriminazione hanno spazzato via le piccole imprese dei cristiani

di Shafique Khokhar

Tra i tanti casi, quello di una donna vittima d una campagna contro il suo salone di bellezza e di un uomo al quale è stato detto che il suo negozio era stato svuotato dai ladri, ma poi il suo socio musulmano ha riaperto nello stesso locale,

Lahore (AsiaNews) - Il 2020 è iniziato con la pandemia COVID 19 che ha gettato le sue ombre sul mondo intero. Il lockdown ha colpito duramente l'economia del Paese. Questa situazione ha colpito la comunità dei salariati giornalieri e in particolare le minoranze religiose. Migliaia di persone hanno affrontato la disoccupazione a causa della chiusura di numerose industrie.

La discriminazione nei confronti delle minoranze religiose predominante nella vita sociale è stata osservata anche durante la pandemia, in varie forme nelle attività di fornitura di derrate alimentari ai poveri. Sono stati segnalati incidenti in cui membri di minoranze religiose sono stati privati ​​delle razioni o di altri aiuti distribuiti ai poveri.

Molti cristiani che gestivano piccole imprese hanno perso i propri mezzi di sostentamento.

La signora Iffat Mall (foto 1) aveva aperto un salone di bellezza con l'aiuto di International Christian Concerns (ICC) nel dicembre 2018 a S Block, Model Town Lahore. Parlando con AsiaNews, Malvin Mall (marito di Iffat Mall) ha detto: “All'inizio andava molto bene. Tuttavia dopo alcuni mesi, quando è diventato chiaro che il proprietario del salone era un cristiano, abbiamo visto odio contro di noi. Di notte la gente gettava la spazzatura sulla porta del salone. Pulivo ogni mattina. Più tardi qualcuno ha iniziato a lanciare sterco di vacca e gli avanzi di animali macellati. Ho continuato a pulire mentre il nostro lavoro andava bene".

“A metà anno è cominciata una campagna contro il nostro salone, dopo che un altro salone è stato aperto nella via. Ai clienti è stato detto di andare nel salone di un proprietario musulmano. Il nostro reddito è stato gravemente influenzato da questa campagna. Nel frattempo è iniziata la pandemia di COVID 19. Il nostro salone è rimasto chiuso per 7 mesi. Abbiamo dovuto pagare i conti che erano di circa Rs: 100.000 (circa 515 euro). Non avevamo altra scelta che chiudere il nostro piccolo negozio”.

Nadeem Maqbool (foto 2) aveva un piccolo negozio di ricambi per auto. Parlando con AsiaNews ha raccontato: “l’ICC mi ha aiutato ad avviare un piccolo negozio di pezzi di ricambio di biciclette nel dicembre 2018. L'ho iniziato con un partner musulmano. Quando il negozio ha iniziato a guadagnare bene, ho sentito che voleva liberarsi di me, tuttavia nel 2019 abbiamo continuato. Nel 2020, il nostro negozio è rimasto chiuso per il lockdown. Nel mese di giugno, il mio socio mi ha informato che qualcuno era entrato nel nostro negozio e aveva portato via tutte le cose. Sono corso al negozio e ho scoperto che era stato portato via tutto. Non so se fosse una storia inventata o reale, poiché tutti stavano confermando l'accaduto. Ho dovuto pagare la metà dell'affitto e altre fatture del negozio. Ora il mio socio ha avviato la sua attività nello stesso locale. Io non ho più niente per ricominciare”.

La signora Iffat lavorava come infermiera del personale delle Pakistan International Airlines. Nel 2014, un funzionario musulmano in pensione voleva costringerla a convertirsi all'Islam e a sposarlo. La donna ha lasciato il lavoro ed è entrata in un ospedale privato. L'ha inseguita e ha cercato di rapirla. È caduta dalle scale e ha avuto un grave trauma cranico. Ha perso la vista e la voce. La vista è stata recuperata, ma la sua voce non si è ripresa completamente.

Il signor Nadeem ha lasciato la città di Khanewal quando ha scoperto che alcuni musulmani affermavano che le sue figlie non erano più cristiane mentre recitavano durante l'assemblea scolastica. Nadeem si è trasferito a Lahore.

Entrambe le famiglie sono state aiutate dall'ICC. Stavano affrontando l'odio religioso e la discriminazione con dignità e stavano lavorando bene per guadagnarsi da vivere. Ora il COVID 19 ha aggravato la situazione con cui stavano combattendo. Entrambe le famiglie sono tornate al loro livello iniziale di povertà. Entrambe sono ottimiste e sperano ancora per il meglio, perché credono in Cristo e nella sua grazia.

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