09/06/2020, 13.24
INDIA - CINA
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​Delhi e Pechino alla ricerca di una soluzione pacifica per il confine himalayano

I leader militari di India e Cina si sono incontrati sabato per "risolvere pacificamente la situazione nelle aree di confine", secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri indiano. Ma per il Global Times è “improbabile che la situazione di stallo in corso finisca immediatamente, poiché i problemi concreti devono essere ancora risolti”.

Delhi (AsiaNews/Agenzie) – I leader militari di India e Cina si sono incontrati sabato per "risolvere pacificamente la situazione nelle aree di confine", secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri indiano. Il riferimento è all’Himalaya uno dei confini terrestri più lunghi del mondo, con Nuova Delhi e Pechino che si accusano reciprocamente di aver oltrepassato la linea di controllo effettivo (LAC) che separa i due. Il territorio è stato a lungo conteso, esplodendo in numerosi conflitti minori e contrasti diplomatici dopo una sanguinosa guerra nel 1962.

Ancora oggi, ciò che è accaduto sul terreno nella regione altamente militarizzata rimane poco chiaro, in parte perché il corpo principale di questo conflitto chiaramente del 21mo secolo finora si è svolto principalmente attraverso la propaganda, le fughe di notizie e l’atteggiamento aggressivo nei media.

Prima dell'incontro di sabato, le emittenti cinesi hanno trasmesso filmati delle manovre dell'Esercito popolare di liberazione (PLA) nella regione - complete di aerei e camion pieni di truppe - in quello che i media statali hanno descritto come "dimostrazione della capacità della Cina di rafforzare rapidamente le difese di frontiera quando necessario”. Video non confermati - e in alcuni casi, smentiti - sono stati diffusi anche sui social media cinesi e indiani con l'intenzione di mostrare incursioni di truppe e combattimenti tra i soldati.

Da parte sua, Hindustan Times ha definito domenica i resoconti cinesi sulle manovre del PLA come parte di una "campagna di disinformazione" progettata per fiaccare la risoluzione indiana e "gettare il nemico nel panico in modo da indebolire la sua capacità di negoziazione".

Sia il presidente cinese Xi Jinping sia il primo ministro indiano Narendra Modi hanno sviluppato gran parte del loro sostegno pubblico sul nazionalismo e una promessa di grandezza futura. Ciò si traduce spesso in retorica aggressiva, in particolare quando si suona per un pubblico nazionale.

Tale approccio è stato evidenziato nella copertura cinese delle manovre del PLA in Himalaya. Allo stesso modo, nonostante l'annuncio di Delhi di voler allentare le tensioni i  principali esponenti del governo indiano hanno manifestato un tono aggressivo lunedì, con il ministro degli Affari interni Amit Shah ha dichiarato a una manifestazione del partito al potere Bharatiya Janata (BJP) che "qualsiasi intrusione ai confini dell'India sarà punita”. E il ministro della Difesa Rajnath Singh ha dichiarato: "Vorrei ricordare a tutti che la leadership indiana non permetterà la perdita del rispetto di noi stessi. La politica dell'India è chiara, non danneggeremo l'integrità e la dignità di nessun Paese. Allo stesso tempo, non lo permetteremo a nessun Paese di danneggiare la nostra integrità”.

Le loro dichiarazioni sono arrivate tra le crescenti pressioni dei partiti di opposizione a prendere una linea più forte.

Da parte sua il Global Times martedì ha pubblicato dal sito web ufficiale del PLA, che gli analisti militari ritengono “improbabile che la situazione di stallo in corso finisca immediatamente, poiché i problemi concreti devono essere ancora risolti”.

Non è chiaro quanto siano realmente risolvibili questi problemi, dato che risalgono a decenni fa e sono in gran parte alimentati dal rifiuto di entrambe le parti di accettare le rivendicazioni territoriali dell'altra parte. Le tensioni sono cresciute alla fine del mese scorso tra accuse che entrambi i paesi avevano superato il LAC e stavano rafforzando la loro posizione militare sul confine di fatto.

"Uno ‘status quo ante’ – ha scritto The Hindu - richiederà che i soldati cinesi lascino le aree in cui si sono trincerati per settimane. Nient'altro che il loro completo ritiro dovrebbe soddisfare l'India, il che significa che oltre ai colloqui sul campo e da parte dei diplomatici, è necessaria una forte indicazione politica da Pechino al PLA. “Altrimenti, l'India deve prepararsi a un lungo stallo e a manovre volte a garantire il ritiro della Cina".

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