Il rev. Chu Yiu-ming è uno dei fondatori del movimento degli ombrelli. Ieri ha emesso una dichiarazione per una mitigazione della pena, fra il pianto dei presenti. “Spero di svegliare le coscienze”, ha detto. Gli altri due fondatori, Benny Tai e Chan Kin-man hanno domandato che al pastore, 75 anni, sia risparmiata la prigione.
Nel villaggio di Siyambalanduwa la chiesa è chiusa da anni per l’opposizione dei monaci buddisti. Le proteste impediscono anche le lezioni di catechismo. Il 94enne Alocious, il primo cattolico dell’insediamento, prega tutti i giorni: “Signore, ridacci la nostra chiesa”.
Si è aperto ieri a Monaco il processo a carico della 27enne Jennifer Wenisch, una “poliziotta della morale”. Assieme al marito, un combattente del Califfato, ha comprato la bambina e la madre. Incatenata al sole, la piccola è deceduta “sotto un caldo torrido”. La donna rischia l’ergastolo. Il problema dei foreing fighters di ritorno nei Paesi di origine.
La tornata elettorale del 17 aprile è critica per il futuro della giovane democrazia. Molti indonesiani temono azioni dei movimenti fondamentalisti. I militari per l’unità del Paese. Il maresciallo Hadi Tjahjanto: “Nessuna tolleranza verso chi intende dissolverla”.
Amnesty International registra un calo del 31% rispetto al 2017. Lo scorso anno i boia hanno tolto la vita a 690 persone; l’anno precedente erano state 993. I cinque maggiori Paesi “giustizieri” sono: Cina, Iran, Arabia saudita, Vietnam e Iraq. In Iran -50% delle condanne.
La Conferenza episcopale annuncia un’inchiesta in tutte le 16 diocesi del Paese. L’arcivescovo di Tokyo: “Dar prova della nostra serietà e rispondere alla richiesta del papa per una tolleranza zero”. Già nel 2003 i vescovi giapponesi hanno istituito la Divisione per la protezione dei diritti dei bambini e delle donne.