08/01/2008, 00.00
VIETNAM
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Ad Hanoi i cattolici manifestano per i terreni di una parrocchia

di J.B. An Dang
Mentre prosegue la pacifica manifestazione per la restituzione del complesso della vecchia delegazione apostolica, i parrocchiani di Yhai Ha chiedono la restituzione dei beni sottratti alla loro chiesa. Ma stavolta la polizia interviene.
Hanoi (AsiaNews) – Mentre prosegue ad Hanoi la pacifica manifestazione dei cattolici per la restituzione del complesso della vecchia delegazione apostolica, la polizia è intervenuta in forze per fermare una analoga protesta alla parrocchia di Thai Ha.
 
Il 6 gennaio i parrocchiani si sono infatti riuniti per chiedere la restituzione di quella parte dei 60mila metri quadrati della parrocchia che sono stati occupati da varie strutture governative. Da ultimo vi ha aperto i suoi laboratori una fabbrica di confezioni promossa dalle autorità locali.
 
I parrocchiani hanno manifestato dal mattino fino a tarda notte, quando è intervenuta la polizia. Tale comportamento può indicare che il governo non è pronto ad accordi sulle controversie riguardanti beni immobili, tali da soddisfare le legittime aspirazioni dei cattolici di Hanoi. La protesta però sembra aver quanto meno bloccato ulteriori appropriazioni del terreno della chiesa.
 
La parrocchia di Thai Ha è affidata ai Redentoristi. Giunti in Vietnam nel 1925, svolgevano la loro missione in varie province del nord. Nel 1928 acquistarono un terreno di sei ettari a Thai Ha, in Hanoi, per costruirvi un convento ed una chiesa. Il 7 maggio 1929 ci fu la messa di inaugurazione del convento e sei anni dopo, nel 1935, quella della chiesa.
 
Nel 1941 la comunità comprendeva 66 membri, tra i quali 17 sacerdoti,12 fratelli, 26 seminaristi e 11 novizi, che vivevano nel convento. Nel 1954, quando il Vietnam fu diviso in due Stati, la maggior parte dei Redentoristi ripiegarono verso il Sud. Ad Hanoi rimasero padre Joseph Vu Ngoc Bich, p. Denis Paquette, p. Thomas Côté, fratel  Clement Pham Van Dat and fratel Marcel Nguyen Tan Van. Il regime ateo li trattò in modo estremamente duro, fino alla persecuzione brutale.
Il 7 maggio 1955 fu arrestato fratel Marcel Nguyen che due anni dopo, il 9 luglio 1959, moriva in prigione. Padre Pasquette fu deportato il 23 ottobre 1958 e la stessa sorte toccò, il 9 ottobre dell’anno successivo a padre Côté. Tre anni dopo, nel 1962, ad essere incarcerato fu fratel Clement Pham, morto in prigione il 7 ottobre 1970. Padre Joseph Vu rimase da solo a mandare avanti la chiesa. E malgrado le sue proteste, le autorità locali si sono pian piano impadronite del terreno della parrocchia, riducendolo a 2.700 metri quadrati, dagli originali 60mila. Il convento è stato trasformato nell’ospedale di Don Da, il resto è stato illegalmente distribuito o venduto a compagnie statali o funzionari governativi.
 
Sacerdoti, religiosi e laici della parrocchia ora chiedono la restituzione di ciò che è stato loro tolto. A sostegno della loro domanda portano numerosi elementi, a partire dal fatto che i Redentoristi hanno il titolo legale di proprietà dell’intero terreno e non vi hanno mai rinunciato.
 
I cattolici, ricordato che la Costituzione vietnamita tutela la libertà di religione ed i luoghi di culto, citano in particolare la direttiva 379/TTG, per la quale i luoghi di culto presi dalle autorità debbono essere restituiti alle chiese o ai loro proprietari quando il loro uso non è più a lungo giustificato. A questo aggiungono che il decreto 26/1999/ND-CP prevede che le proprietà della chiesa sono sotto la gestione dello Stato, che non può consentire la violazione dei luoghi di culto e che l’ordinanza 21/2004/PL-UBTVQH11 del 18 giugno 2004 afferma la protezione da parte della legge delle proprietà dei luoghi religiosi da parte di organizzazioni religiose ed il divieto di ogni violazione di tali diritti.
 
Ciò malgrado, le autorità locali del distretto di Dong Da continuano a cercare di togliere ulteriore terreno alla parrocchia. Ora però la manifestazione del 6 gennaio le ha spinte a fermare interventi della milizia a sostegno di nuove edificazioni.
 
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