04/12/2006, 00.00
AFGHANISTAN
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Afghanistan: nel 2006 aumentata del 60% la produzione di oppio

Lo denunciano le Nazioni Unite e il governo Usa. I trafficanti dispongono di un vero e proprio esercito, che si oppone con le armi agli interventi di Kabul e della Nato. Dall’oppio viene un terzo del Pil nazionale.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) - Produzione record di oppio quest’anno in Afghanistan, nonostante gli sforzi delle forze internazionali per stroncarla. Lo ha dichiarato di recente il governo statunitense, confermando un rapporto dell’Ufficio per i narcotici e il crimine delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale. Nel 2006 la produzione si stima cresciuta del 61%, dopo che già nel 2005 aveva avuto un incremento del 26% per un prodotto di circa 5.600 tonnellate: 17 volte di più del secondo produttore, il Myanmar. Nelle due province di Helmand - sud ovest -  Oruzgan, - centro del Paese – la crescita arriva al 132%. Il papavero da oppio copre tuttora solo il 4% del terreno coltivabile, ma la stima è in aumento, soprattutto perché la pianta necessita di minime cure e scarsa irrigazione. Di recente il presidente Hamid Karzai ha dichiarato l’oppio “il maggior nemico del Paese”, più del terrorismo.

Dall’oppio afghano proviene il 90% dell’eroina mondiale. Secondo John Walters, capo della politica antidroga della Casa Bianca, le principali cause dell’insuccesso sono il rafforzamento delle milizie talebane, che si oppongono alle operazioni degli Stati Uniti e i limitati fondi destinati al programma contro i narcotici e per lo sviluppo.

Ma secondo fonti militari il problema è più vasto e i narcotrafficanti da tempo schierano un vero e proprio esercito armato, contrapposto ai 30mila soldati della Nato impegnati nel Paese. Secondo il generale James L. Jones, comandante in capo delle forze Nato, “sarebbe sbagliato dire che il problema sono solo i talebani” “Loro [i narcotrafficanti] comprano protezione da altre organizzazioni, sia criminali che tribali, e fomentano ogni forma di resistenza per tenere il governo fuori dei loro affari”. “Sono in grado di causare danni, di rendere sicure le strade e le vie di transito e possono andare dove vogliono, anche attraverso Pakistan, Iran e Russia”.

In Afghanistan i narcotici alimentano un’industria da 2,6 miliardi di dollari annui, pari nel 2006 ad un terzo del Prodotto interno lordo (Pil) del Paese. Anche se i coltivatori di oppio ricevono solo piccole percentuali, si stima che guadagnino 12 volte di più che per ogni altro tipo di coltivazione. Il tentativo, quindi, di distruggere le coltivazioni incontra anche una violenta resistenza da parte della popolazione locale.

Anche per questo Kabul ha proibito lo spargimento aereo di erbicidi, come gli Usa fanno in America Latina, preferendo distruggere le piantagioni con il trattore. Nel 2006 sono state sradicati solo 38.500 ettari di coltivazioni di papavero su circa 430 mila. (PB)

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