19/07/2016, 16.34
SIRIA
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Aleppo: peggiora la crisi umanitaria, 200mila persone a rischio fame

Da giorni mancano cibo, pane e altri generi di prima necessità. Preoccupazione delle Nazioni Unite che denunciano il blocco della distribuzione di aiuti. L’assedio governativo alla zona est della città potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto siriano. Nel nord-est del Paese alle fiamme una chiesa siro-ortodossa; dietro il raid (forse) miliziani dello Stato islamico.

 

Aleppo (AsiaNews/Agenzie) - Ad Aleppo si fa sempre più critica la situazione umanitaria, soprattutto nei quartieri della zona orientale in mano ai ribelli dove vivono oltre 200mila civili sotto assedio dell’esercito regolare siriano. Fonti locali riferiscono che, da giorni, mancano cibo e generi di prima necessità. Lo scorso fine settimana truppe governative si sono impadronite della strada del Castello, isolando i quartieri est della seconda città della Siria.

Per gli esperti l’avanzata ad Aleppo dell’esercito di Damasco, sostenuto dai raid dell’aviazione russa, è stata un duro colpo per le mire dei ribelli; essa potrebbe costituire un punto di svolta di un conflitto che, finora, ha causato 280mila morti.

Anche le Nazioni Unite esprimono preoccupazione per la situazione. L’assedio impedisce la libertà di movimento e blocca la distribuzione di aiuti, rendendo impossibile per le agenzie umanitarie rispondere ai bisogni in tema di medicine, cibo, acqua e carburante.

Gran parte di Aleppo, un tempo hub economico e commerciale della Siria, dal 2012 diviso in due settori - governativo e ribelle - è teatro da mesi di pesanti combattimenti. Gli scontri si sono intensificati con il fallimento dei negoziati indiretti di pace Onu e la mancata applicazione della tregua parziale promossa da Stati Uniti e Russia a inizio anno.

Secondo fonti delle Nazioni Unite oltre 600mila persone in Siria vivono in aree sotto assedio, in maggioranza circondate da reparti dell’esercito governativo. In queste aree si moltiplicano casi di malnutrizione. Secondo l’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha), ad Aleppo vi è cibo per sfamare 145mila persone per un solo mese, poi le scorte si possono ritenere esaurite.

Dal 7 luglio scorso la zona est della metropoli non riceve più alcun tipo di aiuto.

Intanto un gruppo di uomini armati nella serata di ieri ha attaccato una chiesa siro-ortodossa a Qamishli, città nel nord-est del Paese. Testimoni locali riferiscono che gli assalitori hanno colpito la chiesa di St. Charnel, nel distretto di Watwatiyah, “verso la mezzanotte, distruggendone gran parte del contenuto”. I miliziani avrebbero fatto esplodere delle granate all’interno della chiesa, causando gravi danni alla struttura che è andata “completamente distrutta”. Al momento non sono ancora stati identificati gli attentatori, sebbene attivisti e fedeli della zona puntano il dito contro i miliziani dello Stato islamico (SI), con tutta probabilità gli autori dell’attentato.

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