04/04/2013, 00.00
COREA – USA – GIAPPONE
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Allerta Corea: Pyongyang prepara i missili in grado di colpire gli Usa

Il regime sta spostando sulla propria costa orientale un “Musudan”, razzo dalla gittata pari a circa 4mila chilometri che potrebbe montare una testata nucleare. Altissima l’allerta a Seoul e Washington, che risponde con una batteria anti-missile a Guam. Il Segretario alla Difesa Usa: “Sono divenuti una minaccia reale”. Dissidente dal Nord: “Solo una mossa tattica intermedia, potrebbero aprirsi all’economia di mercato”.

Seoul (AsiaNews) - Il regime nordcoreano sta spostando verso la sua costa orientale un missile Musudan, "fiore all'occhiello" dell'ingegneria militare locale. Si tratta di un ordigno con un raggio di azione di circa 4mila chilometri che potrebbe montare una testata nucleare. Secondo il governo sudcoreano, che ha diffuso l'informazione ottenuta grazie alle immagini satellitari, questo razzo "è in grado" di colpire sia Honolulu (nelle Hawaii) che Austin in Texas. Si tratta di due obiettivi simbolici: la prima è il luogo natale di Barack Obama, mentre nella seconda ha sede un'enorme fabbrica della sudcoreana Samsung.

Dopo la "minaccia finale" proclamata ieri sera da Pyongyang, le contromosse della comunità internazionale non si sono fatte attendere. L'esercito guidato dal giovane Kim Jong-un ha annunciato di "aver ricevuto il permesso di sferrare un attacco letale e a sorpresa contro gli Stati Uniti e le basi occidentali in Asia orientale", e ha "notificato" in forma ufficiale al Pentagono di "essere in grado di colpire". Anche nella pericolosissima retorica militare, il governo del Nord ha comunque voluto aggiungere che "non si sa quando e se scoppierà la guerra".

Nel frattempo, però, Pyongyang ha anche cominciato a realizzare i lavori di arricchimento dell'uranio nel suo reattore nucleare di Yongbyon, fermo dal 2007 e "riattivato" in maniera formale nei giorni scorsi dall'esecutivo. Si tratta dell'ennesimo segnale molto chiaro: il regime rinnega gli accordi di pace siglati nell'ambito dei Colloqui a sei sul disarmo nucleare - il tavolo che comprende Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud - e si mantiene fermo nel proposito di portare avanti un proprio arsenale atomico.

Da parte sua, Washington non è rimasta a guardare. La Casa Bianca ha inviato un comunicato in cui "continua ad esortare la leadership nordcoreana a cessare le minacce provocatorie e a scegliere la strada della pace rispettando gli obblighi internazionali. Gli Usa restano vigili di fronte alle provocazioni nordcoreane e sono pronti a difendere il territorio statunitense, gli alleati e l'interesse nazionale".

D'altra parte, già ieri sera il Pentagono ha confermato il prossimo dispiegamento sull'isola di Guam, nel Pacifico, di una batteria anti-missile denominata Thaad (Terminal Hi Altitude Area Defense) per difendere la sue basi da eventuali attacchi della Corea del Nord. Il dispiegamento del sistema Thaad era inizialmente previsto per il 2015.

L'ultima volta che gli americani si sono mobilitati in maniera seria contro le minacce di Pyongyang risale al 2006, quando l'allora segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ordinò all'esercito di prepararsi ad intercettare un missile lanciato dai coreani che però esplose in volo, convincendo il regime - all'epoca guidato da Kim Jong-il - a sedersi al tavolo delle trattative.

"Ma ora - ha sottolineato l'attuale Segretario alla Difesa Chuck Hagel - la Corea del Nord dispone di capacità nucleare e pertanto è tornata ad assumere atteggiamento bellicoso, con una retorica pericolosa. Riteniamo che alcune delle loro azioni intraprese nelle ultime settimane rappresentino una minaccia reale".

Uno dei maggiori conoscitori della Corea del Nord, l'esule An Chan-il, ritiene però che l'allerta sia eccessiva: "Pyongyang vuole prima di tutto consolidare il proprio potere interno e aprirsi all'economia di mercato. Sanno di non avere altra scelta. Quindi alzano i toni per poi tornare al tavolo delle trattative con maggiore peso. Non vogliono una guerra, che come primo effetto distruggerebbe il Paese". (JYL)

 

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