25/01/2005, 00.00
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Anche la diplomazia indiana rincorre il petrolio

di Maurizio dOrlando

Milano (AsiaNews) - Si allarga a tutta l'Asia la competizione strategica e diplomatica per l'approvvigionamento a lungo termine delle risorse energetiche ed in particolare del petrolio. Oltre alla Cina ed al Giappone, questa competizione vede ora in gara anche l'India. Secondo le valutazioni del governo indiano, la crescita economica del gigante asiatico si attesterà sul 7 / 8% annuo per i prossimi due decenni. "Per carburare questa crescita, il consumo indiano di energia, sulla base di stime molto caute, dovrà aumentare del 5 % annuo fino al 2010 /2011" ha dichiarato il ministro degli esteri indiano Natwar Singh in occasione di una fiera del settore petrolifero, la Petrotech, tenutasi la scorsa settimana a Nuova Delhi.

In quella data l'India risulterà il quarto maggior consumatore al mondo di energia dopo Stati Uniti, Cina e Giappone. L'India produce solo il 30% del proprio fabbisogno petrolifero e deve quindi acquisire partecipazioni in sviluppi di giacimenti all'estero perché, come in Cina, anche in India la produzione locale è declinante. "Trovo che la Cina sia più avanti di noi nella programmazione per il futuro nell'ambito della sicurezza energetica" ha affermato, sempre nel corso della Petrotech, il primo ministro indiano Manmohan Singh che ha aggiunto "Non possiamo più trascurare [la questione] e dobbiamo imparare a ragionare in maniera strategica, a immaginare il futuro e ad agire in maniera pronta e decisa".

La produzione indiana di petrolio lo scorso anno è stata di 32 milioni di tonnellate, mentre il consumo ha raggiunto i 113 milioni di tonnellate. Le importazioni hanno dunque coperto circa il 72% del consumo. Si prevede che nei prossimi 20 anni tale dipendenza dall'estero arriverà a superare l'85 %.

In questi ultimi anni la crescita delle importazioni energetiche indiana è stata molto elevata e, con l'aumento dei prezzi, lo scorso anno la bolletta petrolifera è letteralmente schizzata oltre ogni previsione. Inoltre, mentre fino a cinque anni fa l'India importava circa la metà del greggio dal Medio Oriente, oggi le sue importazioni da tale area sono salite a 3/4. Per i suoi approvvigionamenti, l'India è dunque ancor più dipendente della Cina dalla volatilità dell'area mediorientale.

Negli ultimi tempi, nel settore dell'energia, le società statali indiane hanno dato prova di un dinamismo paragonabile a quello sviluppato dalla Cina a partire dal viaggio intorno al mondo compiuto nel gennaio / febbraio del 2004 dal presidente Hu Jintao. Il 7 gennaio di quest'anno 3 società statali indiane hanno siglato un contratto della durata di 25 anni del valore di 40 miliardi di dollari per l'importazione di gas liquefatto dall'Iran. La maggiore delle società statali indiane, la ONGC, Oil & Natural Gas Corp, è risultata essere la maggiore reale concorrente della Cina per l'acquisizione dei cespiti e delle proprietà produttive della Yukos, il gigante russo smembrato e messo all'asta per il mancato pagamento delle imposte. Due settimane fa il governo indiano ha firmato un accordo con il Myanmar per un gasdotto che, attraverso il Bangladesh, rifornirà l'India orientale. La scorsa settimana il ministro dell'energia dell'Ecuador, Eduardo López, si è recato in India per trattare la vendita alle 3 compagnie statali indiane di alcuni giacimenti di idrocarburi. Le compagnie indiane hanno inoltre acquisito giacimenti produttivi in 10 Paesi esteri e tra questi i più significativi sono in Sudan, Russia, Vietnam, Iran e Birmania. Ancora: negoziati e trattative sono in corso per giacimenti e licenze esplorative in Colombia, Cuba, Trinidad e Tobago, Brasile ed Argentina. La scelta di tali Paesi è peraltro indicativa della decisione di diversificare il rischio geo-strategico.

È però evidente che per l'India rimane fondamentale la cooperazione oltre che con l'Iran e la Russia, suo storico alleato e fornitore dai tempi sovietici, anche e soprattutto con l'Arabia Saudita. La scorsa settimana Abdallah Jum'ah, il responsabile dell'Aramco, la compagnia statale saudita, ha dichiarato che la propria società è interessata ad acquisire con l'appoggio del governo indiano impianti di raffinazione e reti distributive e ad incrementare le collaborazione con l'India.
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