20/01/2006, 00.00
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Annan annuncia la collaborazione siriana con la commissione su Hariri

di Jihad Issa

A Beirut si dà per certo che la commissione d'inchiesta potrà incontrare Assad. Al secondo giorno del loro vertice, i presidenti di Siria e Iran ostentano unità e reciproco sostegno contro le pressioni internazionali. Appoggio confermato ad Hezbollah.

Damasco (AsiaNews) – Nel giorno stesso dell'arrivo a Beirut di Serge Brammertz, nuovo capo della commissione Onu sull'assassinio di Hariri, ieri, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan ha fatto sapere che la Siria ha dichiarato la sua disponibilità ad una "piena cooperazione" al'inchiesta. "Gli ho chiesto – ha detto, riferendo un colloquio con il ministro degli esteri Faruk Shara – una piena collaborazione, senza riserve, ed egli mi ha assicurato che faranno così". A Beirut si dicono convinti della possibilità che la commissione stessa possa parlare con Assad, pur senza attribuirgli la qualifica di testimone, onde salvaguardarne la dignità.

A Damasco, intanto, Bashar al-Assad e Mahmoud Ahmadinejad, al secondo giorno del loro vertice, ostentano unità, lanciando proclami che reciprocamente sostengono le loro controversie con la comunità internazionale ed insieme confermano appoggio al movimento libanese di Hezbollah, del quale il primo ministro libanese Fouad Siniora vuole il disarmo, secondo le indicazioni dell'Onu. Assad ed Ahmadinajad, oltre ad aver firmato numerosi accordi di cooperazione bilaterale, hanno rinnovato il loro "appoggio incondizionato" alla "resistenza libanese ed alla sua presenza militare ed hanno respinto le pressioni internazionali esercitate contro il Libano e la Siria e qualsiasi progetto di internazionalizzare il problema libanese".

Il presidente iraniano, in una dichiarazione alla stampa, ha rivolto un appello a "tutte le componenti del tessuto sociale libanese ed a tutte le confessioni religiose e le correnti politiche" chiedendo di abbandonare atteggiamenti che dividono il Paese. Ha poi sostenuto che le tensioni in Libano si riflettono su tutti i Paesi della regione e gli altri Stati, soprattutto USA, Gran Bretagna e Francia debbono lasciare libertà di decisione ai cittadini di questi Paesi "che sono in grado di definire le loro alleanze e di trovare le soluzioni giuste ai loro problemi".

I due presidenti hanno chiesto il ritiro dell'esercito americano dall'Iraq, hanno confermato il loro appoggio al popolo palestinese "nella sua lotta contro Israele" ed hanno chiesto di "salvaguardare i diritti legittimi del popolo palestinese di rientrare nella loro terra".

Ahmadinejad ha parlato di "piena intesa sul piano politico" tra i due Paesi, ha annunciato un nuovo vertice il mese prossimo a Teheran ed ha ringraziato il presidente Assad per le sue ultime posizioni favorevoli al diritto dell'Iran di rafforzare la sua tecnologia nucleare, considerato da Assad un diritto naturale per ogni Paese.

Da Beirut intanto, Brammertz ha cominciato il suo lavoro annunciando che la missione della Commissione d'inchiesta sarà allargata "alla collaborazione con le autorità giudiziarie libanesi" per indagare su tutti gli atti terroristici commessi in Libano dal mese di ottobre del 2004, come chiesto del governo di Beirut.

Un responsabile dell'ONU che ha preferito l'anonimato, ha confermato oggi, in merito alle notizie riportate dalla stampa libanese, una probabile visita di alcuni membri della Commissione d'inchiesta in Siria, la settimana prossima, per un incontro "informativo" con il presidente Assad. "Si sta trattando per organizzare una visita di  natura 'protocolare' con Assad, che rifiuta di essere ascoltato come 'testimone' dell'attentato" che è costato la vita all'ex premier libanese Rafic Hariri, il 14 febbraio dell'anno scorso, a Beirut.

Continua intanto nella capitale libanese il braccio di ferro tra il capo del governo, Fouad Siniora, che chiede l'applicazione della risoluzione 1559 dell'Onu, che chiede il disarmo delle milizie, e Hezbollah. Il segretario generale del "Partito di Dio", che ha "congelato" la partecipazione dei suoi ministri ai lavori del governo, in una intervista televisiva ha chiesto a Siniora di spiegare la sua visione della resistenza sciita.

Il generale Michel Aoun, parlando con AsiaNews, ha rinnovato la sua richiesta che coincide con quella del segretario generale del Partito di Dio, Hassan Nassrallah, sulla "necessità della formazione di un nuovo governo di unità nazionale, in grado di assumere la responsabilità del Paese in questo periodo storico molto difficile" ed ha chiesto di elezioni politiche anticipate.

 

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