08/03/2012, 00.00
CINA
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Anp: Tibet e Xinjiang "non fermeranno lo sviluppo della Cina"

Ai margini dell'Assemblea nazionale del Popolo i dirigenti delle province più problematiche mostrano il pugno di ferro: "La cricca del Dalai Lama non vincerà contro Pechino. E in Xinjiang operano dei terroristi comuni, che vanno sconfitti".

Pechino (AsiaNews) - La recente ondata di auto-immolazioni con il fuoco "non fermerà lo sviluppo della provincia del Tibet. Le attività separatiste orchestrate dalla cricca del Dalai Lama sono destinate a fallire". Lo ha dichiarato Li Changping, alto dirigente comunista della provincia del Sichuan, ai margini dell'Assemblea nazionale del Popolo in corso a Pechino. Allo stesso raduno partecipa anche il segretario del Partito nel Xinjiang, che ha aggiunto: "Nella mia provincia operano dei terroristi, che saranno fermati con tutti i mezzi".

L'Assemblea nazionale del popolo (Anp), il parlamento cinese che si raduna una volta all'anno, ha aperto i suoi lavori lo scorso 5 marzo. I giganteschi incontri fra i 3mila rappresentanti nella Grande sala del popolo a piazza Tiananmen sono spesso considerati inutili perché l'Anp approva sempre e soltanto quanto ha già deciso il Politburo. Tuttavia essa è una passerella importante per i dirigenti delle province, che hanno modo di mostrare ai loro capi (e ai media nazionali) il proprio impegno quotidiano.

In quest'ottica non stupiscono le dichiarazioni dei dirigenti tibetani. Parlando a una commissione di lavoro dell'Anp, Wu Zegang - membro della Commissione permanente del Partito nel Sichuan - ha aggiunto: "Quelli che si uccidono sono spesso ex monaci, ora laici. E hanno tutti una brutta reputazione. Non rappresentano i tibetani e non riusciranno a fermare il progresso nella regione".

Non va meglio per la provincia settentrionale del Xinjiang, dove vive l'etnia uighura da molti anni impegnata in una lotta per l'autonomia dal governo centrale comunista. Zhang Chunxian, capo del partito provinciale, ha dichiarato che "spazzerà via" il terrorismo dalla regione e si è appellato ai Paesi confinanti affinché "blocchino l'ingresso di terroristi in Cina".

Secondo Zhang, gli attacchi e le proteste che si susseguono sul suo territorio "non hanno matrice religiosa o etnica. Questi terroristi sono di base contro l'umanità: sono brutali nell'uccidere degli innocenti, compresi anziani e bambini. Siamo determinati a combatterli e sconfiggerli". 

 

 

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