08/06/2005, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Arabia Saudita, liberi 7 dei cristiani arrestati

Tra loro 6 dei protestanti indiani arrestati nella retata della Muttawa a Riyadh il 28 maggio; l'altro è Samkutty Varghese, detenuto dal marzo scorso; altri 2 rimangono in carcere per "ulteriori indagini". Condizione del rilascio la firma di una rinuncia alle pratiche religiose.

Riyadh (AsiaNews) - Oggi pomeriggio 7 cristiani detenuti nelle carceri saudite per la loro fede sono stati liberati. Condizione, la firma di una rinuncia alle pratiche religiose che praticavano in modo privato nelle loro case, come permesso dalla legge.

Dei 7 rilasciati, 6 fanno parte del gruppo di protestanti (8 in tutto) arrestati il 28 maggio scorso in una vasta retata compiuta dalla Muttawa (polizia religiosa) a Riyadh. L'altro è Samkutty Varghese, un evangelico indiano, incarcerato a marzo e dalla cui agenda la polizia aveva preso gli indirizzi degli altri cristiani.

Fonti di AsiaNews vicine a Kumar raccontano che il rilascio dei detenuti è avvenuto oggi, 8 giugno, intorno alle 15.30 ore locali, in seguito alla firma di una rinuncia a continuare i momenti di preghiera e le pratiche religiose che conducevano da tempo nelle loro abitazioni.

Il 28 maggio scorso la Muttawa ha compiuto un raid a Batha, una zona della capitale saudita, dove alcuni gruppi protestanti si radunavano per la preghiera in privato. Alle 8 di sera, la polizia è giunta alla casa di Kumar e lo ha interrogato insieme alla moglie. La Muttawa ha poi sequestrato tutto il materiale religioso che era in casa assieme ai computer e ha portato via l'uomo, accusandolo di tenere una scuola religiosa. Più o meno lo stesso metodo è stato applicato anche per gli altri arresti avvenuti tutti nello stesso giorno.

Vijay Kumar è in Arabia Saudita dal 1994 nel controllo della produzione della ditta Al Salam Aircraft. La sua casa era luogo di incontro dei cristiani dal 2002. In Arabia Saudita è proibita la libertà di espressione a tutte le religioni, meno che all'islam. Ogni manifestazione pubblica (avere Bibbie, portare un crocifisso, un rosario, pregare in pubblico) è proibita. La polizia religiosa, conosciuta per la sua spregiudicatezza e violenza, vigila sul divieto. Negli ultimi anni, grazie alle pressioni internazionali, la corona saudita ha permesso la pratica di altre religioni, ma solo in privato. La Muttawa, però, continua ad arrestare, imprigionare e torturare persone che praticano altre fedi anche se in privato.

Fonti locali hanno riferito di telefonate dal carcere in cui si raccontava che per i cristiani detenuti i "primi 3 giorni sono stati i peggiori", con maltrattamenti di ogni tipo. Poi, "quando gli 8 sono stati divisi in celle differenti, le cose sono andate meglio". La polizia continua a tenere in carcere gli altri 2 cristiani per "ulteriori indagini".

Quattro dei rilasciati sono già stati rimpatriati in India; mentre Kumar è in attesa di sapere quale futuro aspetta lui e la sua famiglia. A decidere, entro la fine della settimana, sarà il suo datore di lavoro in accordo con le autorità saudite. La speranza, secondo quanto riferiscono le stesse fonti vicine all'uomo, è quella di poter rimanere a Riyadh: "In India ora non c'è più nulla per lui e i suoi cari e trovare un nuovo impiego non sarebbe facile".

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