21/11/2011, 00.00
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Asia: I vescovi imparano a usare e a navigare sui social network

di Annie Lam
Un incontro di cinque giorni si è svolto a Taiwan con la partecipazione di più di 30 vescovi, sacerdoti, religiosi e laici dedicato ai nuovi mezzi di comunicazione sociale. Vi hanno partecipato esponenti della comunicazione della Chiesa di India,Myanmar, Mongolia, Malaysia, Corea, Singapore, Brunei, Taiwan, Thailandia e Filippine.
Hualien (AsiaNews) – Più di 30 vescovi, preti, religiosi e laici provenienti da dieci Paesi diversi hanno dato vita al 16mo incontro dei vescovi dell’Ufficio della comunicazioni sociali (Osc) della Federazione delle conferenze dei vescovi asiatici (Fabc) svoltosi a Hualien, a Taiwan, dal 14 al 19 novembre, con lo scopo di prendere contatto e familiarizzarsi con i nuovi strumenti di comunicazione sociale.

In un laboratorio che è durato due giorni, il 15 e il 16 novembre, i partecipanti hanno approfondito la conoscenza e le possibilità di utilizzazione di Facebook, Twitter, You Tube e altri strumenti del campo dei multi-media, in sessioni di lavoro e presentazioni organizzate da padre Stephen Cuyos, un sacerdote con base a Manila.

I partecipanti hanno appreso il sistema di racconti “visuali”, e come tradurre la narrativa della Bibbia nel linguaggio della comunicazione digitale. I partecipanti si sono impegnati anche in interazione virtuale e si sono connessi con “cittadini digitali” usando il Free and Open Source Software (FOSS). Hanno anche imparato che i giochi online possono essere usati per insegnare valori umani e cristiani.

Padre Cuyos, un missionario del Sacro cuore, è uno specialista di produzione e allenamento della Communications Foundation for Asia (Cfa). Ha orientato i partecipanti verso il social network dell’Asia e oltre. Ha ricordato che i giovani sono impegnati nel chat e nei blog, nel condividere foto, video e nei giochi virtuali. Le conseguenze per la cosiddetta “cultura online” sono numerose. Dissolvono le gerarchie e appiattiscono le strutture, perché “tutti noi, senza distinzioni di razza, cultura e posizione, possiamo essere amici nel social networks”, ha dichiarato padre Cuyos.

Lo spostamento dal controllo alla collaborazione è una realtà, nei social networks, insieme al feedback immediato, buono o cattivo. La tendenza della gioventù di oggi è “il divertimento è il re”, e “se è popolare, deve essere vero”. Gli sforzi di evangelizzazione devono essere inclusi nelle attività dei social media. Ma è necessario, seocndo p. Cuyos, renderesi “amici”. “Rendere amico” è il verbo principi della comunicazione sociale, come il termine “favorito”.

Usare media popolari come Facebook e Twitter è diventato “imperativo” e bisogna “intrattenere” usando video e immagini che parlano più del semplice testo. La Chiesa dovrebbe anche lanciare sforzi di evangelizzazione che siano “collaborativi”, con partner che usino differenti forme di abilità nelle attività online. Infine p. Cuyos ha incoraggiato i partecipanti a imparare di più sui social media. Ogni volta che sia possibile, la Chiesa dovrebbe sforzarsi di creare i suoi propri contenuti e applicazioni così da poter condividere il suo messaggio nel dialogo a livello mondiale offerto dai social network. I partecipanti erano vescovi responsabili per le comunicazioni sociali, i segretari nazionali e collaboratori religiosi e laici da India,Myanmar, Mongolia, Malaysia, Corea, Singapore, Brunei, Taiwan, Thailandia e Filippine.
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