04/03/2006, 00.00
ISRAELE
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Basilica di Nazaret, "ridimensionare" l'incidente

di Arieh Cohen

Fonti ecclesiastiche in Israele: episodio grave, ma Israele non c'entra. Equilibrata la posizione della Custodia di Terra Santa. Manifestazione di cattolici a Nazaret per protestare contro l'accaduto.

Tel Aviv (AsiaNews) – E' stato completamente ridimensionato il pur grave attentato alla Basilica dell'Annunciazione a Nazaret. Già ieri sera, poco dopo le esplosioni innescate all'interno del Santuario, la massima autorità religiosa responsabile della Basilica, il  Custode di Terra Santa, il francescano p. Pierbattista Pizzaballa, ha rilasciato una dichiarazione, in cui riferiva di essere stato informato dalla polizia che "non c'è nessuna prova che questo attacco sia stato mosso da sentimento anticristiano". Intanto a Nazaret è in corso una marcia pacifica indetta da leader della Chiesa cattolica locale per protestare contro l'incidente di ieri.
Sembrano ormai accertate anche le motivazioni del gesto. I delinquenti erano in tre, la coppia già nominata ieri e la figlia 20enne. Alla coppia erano già stati sottratti in passato dal tribunale di famiglia due figli minorenni, perchè i genitori, mentalmente instabili, erano giudicati incapaci. Giovedì scorso allo stesso modo e per le stesse ragioni è toccato al terzo figlio più piccolo. Questo avrebbe spinto la coppia a compiere un gesto clamoroso che chiamasse l'attenzione del vasto pubblico verso quella che ritenevano un'"ingiustizia". Niente estremismo religioso anticristiano, dunque. Tanto più che dei tre, soltanto uno, l'uomo, certamente non è cristiano - se è di estrazione ebraica, non è in ogni caso praticante. La donna, e di conseguenza la figlia, non è ebrea e potrebbe essere cristiana. La figlia di Havivi ha attribuito quanto accaduto alla "recessione economica".

Visto ciò, forse più dell'attentato stesso, preoccupa la folla inferocita che dell'incidente si è valsa come pretesto per violenze e distruzioni. I manifestanti volevano a tutti i costi massacrare i delinquenti all'interno del Santuario e, nello stesso luogo sacro, hanno attaccato in modo gratuito le forze dell'ordine. Sarebbe assurdo pensare che i violenti fossero dei cristiani, parrocchiani, accorsi per "difendere il Santuario". Secondo fonti ecclesiastiche in Israele nessun cristiano credente e praticante si sarebbe mai comportato così, da sacrilego impazzito. Le stesse fonti sottolineano l'esagerazione di alcune dichiarazioni di uomini politici e militanti palestinesi, spesso decisamente non-cristiani, che si avvalgono di una "bizzarra" tragedia di famiglia per colpire ancora una volta Israele. "Abbiamo spesso avanzato critiche di vario genere nei confronti del governo di Israele - dicono le fonti ecclesiastiche - ma lanciare accuse o sospetti sleali non aiuterà certo la nostra credibilità; gioverebbe soltanto a confermare il pregiudizio di chi ritiene che siamo tutti comunque antisemiti, che si affrettano ad accusare 'gli ebrei' senza rispettare i fatti". 

Il Custode di Terra Santa invece, nella sua dichiarazione, stilata e rilasciata "in tempo reale", ha voluto esprimere "tristezza" per l'"attacco" e "ha invitato alla calma". Egli ha fatto sapere altrettanto di aver "apprezzato la comunicazione telefonica ricevuta dal primo ministro ad interim, Ehud Olmert, che gli ha espresso la propria solidarietà e ha assicurato che il Governo agirà rapidamente e fermamente di fronte ad ogni attacco contro i luoghi santi in Israele".

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