15/02/2021, 08.56
GIAPPONE
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Borsa di Tokyo ai massimi da 31 anni (malgrado la pandemia)

L’indice Nikkei supera i 30mila punti. Tassi d’interesse negativi e grande liquidità monetaria favoriscono i principali listini mondiali. Spinta da crescita del Pil, lancio delle vaccinazioni e fine dell’incertezza politica negli Usa. Dubbi sulle prospettive post-Covid dell’economia nipponica.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – L’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha superato stamane i 30mila punti: è la prima volta in 31 anni. Grazie a un’ingente massa di liquidità e a tassi d’interesse negativi, i principali listini mondiali continuano a guadagnare. Il dato è in controtendenza con quello dell’economia reale, che fatica a recuperare dalla crisi del coronavirus.

Per gli analisti, il rimbalzo del Nikkei è dovuto ai buoni risultati del Pil nipponico nell’ultimo trimestre del 2020: +3% rispetto all’anno precedente; +12,7% in confronto al periodo luglio-settembre.

Una spinta è arrivata anche dalle buone notizie sul fronte dei vaccini. Ieri il ministero della Sanità ha autorizzato l’uso del primo farmaco, quello della statunitense Pfizer. La campagna di vaccinazione sarà avviata questa settimana; i primi a essere coinvolti saranno gli operatori sanitari.

Gli investitori giapponesi hanno salutato poi con favore il proscioglimento dall’impeachment dell’ex presidente Usa Donald Trump. Nella loro ottica, la rapida chiusura del procedimento permetterà all’amministrazione Biden di accelerare sull’adozione e attuazione del piano di aiuti contro gli effetti del Covid-19, che vale 1.900 miliardi di dollari (1.566 miliardi di euro).

Con una crescita del 9%, il listino Nikkei è tra quelli che hanno fatto meglio da inizio anno (l’indice Usa Dow Jones si è fermato al 3%). Nonostante tale performance finanziaria, le prospettive per l’economia nipponica rimangono incerte. A causa della pandemia, lo scorso anno il Pil nazionale ha perso il 4,8%. In dicembre il governo di Yoshihide Suga è corso ai ripari iniettando nel sistema 73.600 miliardi di yen (577 miliardi di euro), portando il totale degli stimoli anti-Covid a 315.550 miliardi di yen (2.473 miliardi di euro).

Secondo diversi osservatori, i margini di miglioramento del Paese sono limitati. Esso fa troppo affidamento sulle “industrie del passato”, ed è privo di giganti hi-tech ad alta crescita come Apple e Google negli Usa, e Alibaba e Tencent in Cina.

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