05/02/2021, 13.14
VATICANO
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Caritas: eliminare la disuguaglianza del vaccino, oggi c’è solo per i ricchi

Bisognerebbe coinvolgere l’Onu perché anche i Paesi del Sud del mondo possano accedervi. Eliminare o ridurre il debito estero per creare strutture sanitarie. Il problema dei brevetti.

Città del Vaticano (AsiaNews) – I vaccini contro il Covid-10 stanno creando nuova disuguaglianza: i Paesi del Nord del mondo che hanno potuto investire denaro sulla ricerca ora si aspettano di averli, il Sud, non può. E’ un allarme su nazionalismo e protezionismo che i vaccini stanno creando, quello lanciato da Caritas Internationalis, l’organismo della Chiesa cattolica che denuncia anche l’egoismo dei ricchi e chiede di coinvolgere le Nazioni Unite sul problema di un’equa distribuzione dei vaccini.

In una nota diffusa oggi l’organismo cattolico sottolinea che “nessuno deve essere escluso” dalla possibilità di essere vaccinato. “Siamo – scrive - in un momento cruciale, un'opportunità per vivere il miracolo della carità, affrontando insieme la sfida attuale. L'accesso ai vaccini nel mondo non è stato così equo come dovrebbe essere. È triste notare che non tutte le nazioni e coloro che vogliono o hanno bisogno del vaccino possono ottenerlo a causa di problemi di approvvigionamento, mentre nel nostro mondo interconnesso, i vaccini devono essere resi disponibili in modo equo. Poiché ogni vita è inviolabile, e nessuno deve essere lasciato fuori. I poveri, le minoranze, i rifugiati, gli emarginati sono i più esposti al virus. Prendersi cura di loro è una priorità morale perché abbandonarli mette a rischio loro e la comunità globale. Il nostro benessere collettivo dipende da come ci prendiamo cura degli ultimi”.

E dal momento che l’epidemia ha colpito tutto il mondo, essa non può essere affrontata in un’ottica nazionale e nazionalista. “Affrontare la questione dei vaccini dalla prospettiva di una strategia nazionale ristretta potrebbe portare a un fallimento morale nel soddisfare i bisogni dei più vulnerabili in tutto il mondo. L'attuale crisi dei vaccini deve essere considerata nel contesto più ampio della situazione sanitaria globale”.

Caritas Internationalis avanza quindi una serie di richieste ai responsabili politici nazionali e alle Nazioni Unite: “Convocare una riunione del Consiglio di Sicurezza per affrontare la questione dell'accesso ai vaccini in quanto problema di sicurezza globale con ferme decisioni politiche basate sul multilateralismo. - Intraprendere la remissione del debito dei Paesi più poveri il più rapidamente possibile e utilizzare i fondi ottenuti per il potenziamento dei sistemi medici e sanitari di questi Paesi. - Promuovere la produzione locale di vaccini in diversi poli tecnici in Africa, America Latina e Asia e renderli disponibili nei prossimi sei mesi affrontando la questione dei brevetti e della collaborazione a livello tecnico con le nazioni più povere. - Assegnare un sostegno finanziario e tecnico alle organizzazioni locali della società civile, e alle organizzazioni religiose in particolare, per assicurare la preparazione della consapevolezza delle comunità locali e lo sviluppo delle capacità per prepararle ad avere accesso alle cure preventive”.

La nota, infine, evidenzia che se la pandemia dovesse “sfuggire di mano nel Sud del mondo”, ciò potrebbe portare di nuovo a una crisi umanitaria globale.

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