08/01/2015, 00.00
FRANCIA-ISLAM
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Charlie Hebdo: una lotta all'interno dell'islam

Pubblicate le foto dei due sospetti. Un terzo sospettato si sarebbe consegnato volontariamente. Il giornale satirico parigino spesso ha preso di mira le religioni. Un attacco fra i più violenti negli ultimi 50 anni. Il cordoglio del Vaticano; la condanna da parte dell'Onu e di quasi tutti i Paesi islamici che riaffermano l'idea "l'islam è contro la violenza". Osservatorio per l'islamofobia: radicalismo e violenza sono i peggiori nemici dell'islam.

Parigi (AsiaNews/Agenzie) - I leader delle nazioni a maggioranza musulmana hanno condannato con forza l'attacco terrorista avvenuto ieri alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. Tutti si dissociano dal gesto, che ha ucciso almeno 12 persone, dicendo che "quello non è islam". Eppure, testimoni affermano che almeno uno dei due esecutori ha gridato "Allah Akhbar" e "abbiamo vendicato il profeta", forse in riferimento alla pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto, diffuse sul giornale anni fa. La scorsa settimana le pagine erano dedicate a una satira contro il "califfo" Abu Bakr al Baghdadi, capo dello Stato islamico.

Intanto, la polizia francese ha rilasciato stamane la foto di due dei sospettati assalitori: Cherif Kouachi, 32 anni (a sin. nella foto) e Said Kouachi, 34 anni (a destra). Uno di loro sarebbe stato identificato, per aver lasciato un documento di identità nella macchina con cui sono fuggiti dopo l'attentato. Un terzo sospettato si sarebbe consegnato spontaneamente alla polizia, dopo aver visto il suo nome citato nei media. Si tratta di Hamyd Mourad, 18 anni.

La polizia ha detto che già in precedenza i due fratelli erano stati incriminati di terrorismo. Cherif era stato accusato di associazione criminale e terrorismo nel 2005, arrestato mentre stava per partire per l'Iraq, raggiungendo i militanti islamisti.

In Francia è innalzato al massimo il livello di allerta, dopo questo attentato giudicato uno dei più sanguinosi da quasi 50 anni. Intanto nel mondo si esprime partecipazione e cordoglio per le vittime, e condanna per la violenza dell'attentato.

Il Vaticano, con una nota del direttore della sala Stampa, p. Federico Lombardi, ha condannato "l'orribile attentato", bollando come "abominevole" la "violenza omicida" e chiedendo a tutti di "impegnarsi con costanza... per guarire in profondità le sorgenti e le cause dell'odio" non solo in Francia, ma anche nel mondo.

Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha condannato l'attacco come "orrendo ingiustificabile, un crimine a sangue freddo".

Fra le condanne e la partecipazione dei leader mondiali, si distinguono comunque le posizioni dei leader musulmani, che prendono le distanze dall'attentato accusando gli esecutori di non essere il "vero islam".

L'università di Al-Azhar, l'istituzione sunnita più rispettata nel mondo islamico, parlando di questo "atto criminale" ha dichiarato che "l'islam denuncia ogni violenza". L'Organizzazione della Conferenza islamica ha condannato l'attentato e un portavoce dell'Osservatorio per l'islamofobia - di base a Jedda (Arabia saudita) - ha detto che violenza e radicalismo sono "i più grandi nemici dell'islam".

Condanne al gesto terrorista vengono da Indonesia, Egitto e Turchia, che ribadisce di essere "contro ogni forma di terrore da qualunque parte venga".

Dall'Iran, il portavoce del ministero degli esteri ha dichiarato che ogni azione terrorista contro vite umane innocenti è contraria all'insegnamento dell'islam. Ma ha aggiunto che "tali azioni sono la continuazione di ondate radicali e aggressioni fisiche che si sono diffuse in tutto il mondo negli ultimi 10 anni, e[il frutto] di politiche non corrette e di doppie misure nell'affrontare l'estremismo e la violenza".

Anche per l'Arabia saudita le uccisioni di Parigi sono "incompatibili con la religione islamica". Per il ministro degli esteri degli Emirati, "questi terribili atti criminali richiedono cooperazione e solidarietà a tutti i livelli per sradicare tale minaccia".

Anche la Malaysia condanna con forza la violenza e esprime vicinanza al popolo francese, proponendo di "combattere l'estremismo con la moderazione".

Il Consiglio francese della religione musulmana ha condannato l'atto "barbaro" e ha chiesto a tutti di "impegnarsi sui valori della Repubblica e della democrazia e di evitare provocazioni che servono solo a gettare benzina sul fuoco".

 

 

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