14/02/2014, 00.00
COREA
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Daejeon: apostolato fra i soldati, la "missione speciale" di p. Andrea Choi

La leva in Corea del Sud è obbligatoria, a causa delle tensioni con la parte Nord della penisola, e dura 21 mesi. Il p. Andrea Choi Byung-kyu, cappellano militare presso la Scuola di formazione dell'esercito, accompagna i soldati nella loro formazione offrendo loro un esempio di fede e di amicizia che sta portando tanti frutti.

Daejeon (AsiaNews) - L'impegno missionario di un sacerdote può svilupparsi anche nell'esercito. È il caso di p. Andrea Choi Byung-kyu, cappellano militare presso la Scuola di formazione dell'esercito, che con il suo esempio e la sua testimonianza fra i soldati ha avvicinato molti giovani alla Chiesa. Il sacerdote viene dalla diocesi di Daejeon, guidata da mons. Lazzaro You Heung-sik, che il prossimo agosto ospiterà la Giornata asiatica della Gioventù.

A causa della grande tensione con la Corea del Nord, la leva al Sud è obbligatoria per tutti. Si tratta di una ferma di 21 mesi, durante la quale i giovani militari possono chiedere l'assistenza spirituale di religiosi cattolici, protestanti e buddisti. Si tratta di una buona possibilità per la Chiesa di Corea, che ha modo di avvicinare e fare missione fra tante persone che ancora non la conoscono.

Il vicariato castrense in Corea venne eretto il 22 novembre 1983: il 21 luglio 1986 esso è stato elevato ad Ordinariato militare con la bolla Spirituali militum curae di papa Giovanni Paolo II. Attualmente è guidata dal vescovo francescano mons. Francesco Saverio Yu Soo-il, e conta 80 sacerdoti diocesani. Fra questi c'è anche p. Andrea Choi, che guida la parrocchia di Chuel-Byuk. La Scuola militare vicino alla parrocchia ospita il corso di preparazione per i soldati in partenza: si tratta di 5 settimane di addestramento, che si chiudono con un percorso montano di 330 chilometri da fare a piedi. Ogni volta che il percorso parte, insieme ai militari c'è anche p. Andrea. Che, prima di iniziare, prega: "Signore, stammi vicino in modo che io possa mostrarTi ai soldati durante il cammino, simile a quello di Emmaus".

Durante la marcia di solito non parla nessuno: ogni soldato deve portare uno zaino di 20 chili e una pistola di 4 chili, e quindi non ha la forza per chiacchierare con gli altri. Durante il cammino si sente solo il suono del respiro e la voce del comandante. A questi si aggiunge la voce di p. Andrea, che chiede ai soldati come stanno e come procede l'esercizio. Durante le pause, il sacerdote porta l'acqua e qualcosa da mangiare ai soldati (v. foto): spesso una caramella, per alzare gli zuccheri e dare più forza. In qualche caso, il giovane prete si accolla anche lo zaino di un soldato particolarmente provato.

Con questa testimonianza di amicizia e di fede, il p. Andrea conquista la simpatia dei soldati. Che a volte, alla fine di questo esercizio, chiedono: "Padre, io non conosco la Chiesa cattolica. Ma potrei venire nella sua parrocchia questa domenica?". Oppure: "Padre, io ho lasciato la Chiesa, ma vorrei tornare nella sua parrocchia per confessarmi e seguire la messa".

E i tanti soldati che non possono andare personalmente nella sua parrocchia a causa del luogo in cui sono stati assegnati - da molte postazioni militari nei pressi della Corea del Nord non si può uscire per 6 o 8 mesi - inviano molte lettere a don Andrea Choi.

(tradotto dal coreano da p. Pietro Kim Jaedeok)

 

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