08/11/2010, 00.00
CINA – TIBET
Invia ad un amico

Dalai Lama: il Tibet è un problema ecologico e culturale, oltre che per i diritti umani

Alla Conferenza internazionale di sostegno al Tibet, il leader buddista ricorda che tutto il mondo ha interesse a preservare l’ecologia e anche la cultura tibetana, minacciate dalla politica cinese. Grande solidarietà da molti Paesi e l’auspicio di maggiori rapporti con il popolo e i politici cinesi.

Surajkund (AsiaNews) – La 6° Conferenza Internazionale dei Gruppi di Sostegno al Tibet, organizzata dal Gruppo Centrale per la Causa Tibetana, è iniziata il 5 novembre a Surajkund, vicino New Delhi in India, alla presenza di autorità internazionali. Il Dalai Lama ha lanciato un appello alla comunità internazionale di considerare la questione tibetana non solo per i diritti umani, ma anche per l’ecologia e la cultura.

Il Dalai Lama ha approfondito le possibili conseguenze dell’attuale politica cinese sotto questi 3 aspetti. In campo ecologico, ha evidenziato che oltre un miliardo di persone dipende dai corsi d’acqua che nascono nel Tibet e ha citato gli scienziati cinesi che considerano la zona come un “terzo polo”, importante per l’ecologia mondiale quanto il polo nord e il polo sud.

Per questo aspetto, del tutto scientifico e privo di connotazioni politiche, ha sottolineato l’importanza per la Cina e per tutti che sia preservata l’ecologia della regione, che invece è minacciata in vari modi dallo sfruttamento cinese, ad esempio con la progettazione di dighe grandiose nelle gole naturali.

Per la questione culturale, ha ricordato come la tradizione tibetana comprenda non soltanto la religione buddista, ma ha creato una scienza e un filosofia che hanno contribuito allo sviluppo dell’umanità, attraverso il mondo buddista. Ad esempio con lo sviluppo dell’antico pensiero indiano dell’Ahimsa, una dottrina di azione guidata dalla compassione. Egli ha ricordato che la cultura buddista tibetana è una cultura di pace e di compassione, un approccio alla vita che può dare indicazioni e stimoli a tutta l’umanità.

Circa i rapporti con le autorità cinesi, il Dalai Lama ha osservato che un grosso ostacolo a rapporti migliori è la mancanza di trasparenza, la propaganda distorta e la censura praticata da Pechino verso il problema tibetano. Ha insistito che se ci fossero un confronto non distorto e una magistratura indipendente, si potrebbe risolvere con rapidità la questione tibetana. Per la Cina stessa ha auspicato cambiamenti graduali, senza l’adozione rapida di modelli democratici che potrebbero causare disordini, ma con un progressivo ritiro del Partito comunista cinese dal controllo della vita pubblica.

Tra le personalità presenti all’inaugurazione, Lal Krishna Advani, ex vice premier indiano, ha elogiato l’importante opera dei Gruppi di Sostegno del Tibet e ha invitato la Cina a un dialogo sincero con il Dalai Lama e a riconoscere le legittime aspirazioni del popolo tibetano. Ha pure indicato che i rapporti tra Cina e India possono evolvere diventando determinanti per la storia del 21° secolo, come 2 civiltà che hanno tanto in comune, e che questi aspetti in comune dipendono in parte dalla civiltà tibetana. Egli ha presentato il libro “2008 Uprising in Tibet:  Chronology and Analysis”, realizzato dal Tibetan Department of Information & International Relations.

Da anni Pechino considera il Dalai Lama un pericoloso terrorista e perseguita chi difende i diritti umani e culturali dei tibetani accusandolo di separatismo.

La cerimonia inaugurale è iniziata quando il Maestro di Cerimonia Vijay Kranti ha invitato il Dalai Lama e L.K. Advani ad accendere luci in occasione del Diwali, la festa indiana delle luci ricorrente il 5 novembre.

Anche Nand Kishore Trikha, dirigente del Gruppo Centrale per la Causa Tibetana ed ex editore del Navbharat Times, quotidiano nazionale in lingua hindi, ha insistito che la questione tibetana riguarda tutta l’umanità.

Messaggi di saluto e di augurio per la Conferenza sono giunti da tutto il mondo. Peter Slipper, vicepresidente della Camera del Parlamento australiano, e Bob Brown, senatore per la Tasmania, hanno confermato il massimo sostegno nella ricerca di una soluzione per la questione tibetana. Michael Danby, parlamentare australiano e presidente del Gruppo Interpartitico parlamentare per il Tibet, ha ricordato come le forti pressioni del governo cinese portino i governi nazionali a dare un sostegno limitato al Tibet e ha plaudito simili ampi convegni per riaffermare la solidarietà mondiale al Tibet.

Dennis Cusack, copresidente del Network di Supporto Internazionale al Tibet, ha insistito per un aumento di attività di effettivo sostegno al Tibet, anche finalizzate a raggiungere la popolazione cinese e i giovani leader comunisti cinesi.

Yang Jianli, presidente di Iniziative per la Cina, ha affermato che sempre più cinesi sono colpiti dalla figura del Dalai Lama e capiscono che la questione dei diritti in Tibet riguarda l’intera società cinese. Ha pure ricordato il tentativo di togliere il tibetano come lingua d’insegnamento nelle scuole della regione, qualificandolo come un genocidio culturale.

Ci sono stati interventi di membri del parlamento di India, Filippine e Russia, che hanno in vario modo ripreso e confermato le preoccupazioni espresse dal Dalai Lama.

Tra gli interventi del pomeriggio c’è stata la testimonianza di Tsewang Dhondup, ferito dai proiettili della polizia cinese durante una dimostrazione in Tibet nel marzo 2008.

La Conferenza durerà una settimana e saranno discusse iniziative concrete di sostegno. (N.C.)

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il buddismo tibetano celebra i 900 anni del Karmapa Lama
06/12/2010
Pechino, il falso Panchen Lama entra nel governo
03/03/2010
Il Panchen Lama di Pechino visita Lhasa durante una festa tibetana
16/08/2004
Il Karmapa Lama prende il passaporto della Dominica
02/11/2018 11:08
Il Karmapa Lama: La verità verrà a galla, l’inchiesta non ci preoccupa
03/02/2011


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”