06/09/2017, 12.08
VIETNAM
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Dong Nai, attivisti armati fanno irruzione in una chiesa

Il prete aveva esortato a una riforma politica nel Paese. Gli aggressori sono attivisti pro-governo locali. Il parroco non sporgerà denuncia: sarebbe inutile, perché le forze di sicurezza e gli aggressori sono dalla stessa parte. Vicecapo della polizia distrettuale si congratula per la scelta: è un caso “complicato”.

Hanoi (AsiaNews/Rfa) – Due giorni fa, una chiesa cattolica nel Vietnam è stata attaccata da teppisti armati. L’irruzione va ad aggiungersi ai numerosi episodi di violenza perpetrati contro i cristiani nel Paese comunista, come la vandalizzazione della croce del monastero di Thiên An lo scorso 30 giugno. Riportiamo l’articolo pubblicato ieri da Radio Free Asia.

Uomini vestiti in abiti comuni e armati con pistole, bastoni e spray al peperoncino hanno fatto incursione in una chiesa della provincia di Dong Nai, nel sud-est del Vietnam, due giorni fa. I teppisti volevano affrontare il parroco per un suo post su Facebook in cui egli esortava a una riforma politica nel Paese governato dal partito unico comunista.

L’aggressione è avvenuta alle 10:00 del mattino del 4 settembre, nella chiesa Tho Hoa nel comune Xuan Tho del distretto provinciale di Xuan Loc. Il parroco, p. Nguyen Duy Tan, scrive sulla sua pagina Facebook che gli aggressori sono arrivati con l’autobus.

Ieri, p. Tan ha riferito al servizio di informazione vietnamita di Radio Free Asia (Rfa) di aver identificato uno degli assalitori come un membro di un gruppo locale di attivisti pro-governo. “Ho riconosciuto Nguyen Trong Nghia del gruppo Bandiere Rosse”, ha detto p. Tan, aggiungendo che ha notato altri segnali di sostegno al gruppo da parte della polizia locale e di altre autorità.

P. Tan ha affermato che “la sicurezza comunale ha continuato ad invitarli nel loro ufficio” e che “gli ufficiali di sicurezza distrettuali si sono comportati allo stesso modo, rifiutandosi di prendere qualsiasi misura sulla scena. Non hanno registrato il numero nelle armi e neanche contato quante munizioni avessero”. Il prete ha poi aggiunto a Rfa di non essere intenzionato a denunciare il gruppo alla polizia perché “sono tutti dalla stessa parte, tutti con il Partito comunista”.

“Non ci sarebbe alcuno scopo ad agire per vie penali”.

Su Facebook, il padre ha riferito di aver chiuso le porte della chiesa all’arrivo del gruppo, e di aver suonato la campana della chiesa per allertare i parrocchiani nel vicino e chiedere aiuto.

I parrocchiani hanno trattenuto per poco 13 degli invasori, i quali si sono dichiarati cattolici e hanno scritto in una “confessione” di essere arrabbiati con Tan perché voleva “rovesciare il Partito comunista e il governo del Vietnam” e aveva usato parole denigranti contro il fondatore del partito Ho Chi Minh.

Un “caso complicato”

A quanto scrive su Facebook p. Tan, il vicecapo della polizia distrettuale Nguyen Thanh Loi si è complimentato con lui per il modo in cui ha gestito la situazione, descrivendo il caso come “complicato” e promettendo di comunicargli in seguito come sarebbe stato risolto.

A Rfa, il parroco ha riferito che il gruppo obiettava la sua proposta condivisa su Facebook di sciogliere il Partito comunista. P. Tan ha inoltre aggiunto che se ha violato la legge dovrebbero essere la autorità a prendere misure, e non dovrebbero essere coinvolti gruppi privati.

Gli utenti internet contattati da Rfa hanno affermato che sebbene p. Tan abbia rifiutato di sporgere denuncia, le autorità di Xuan Loc dovrebbero comunque considerare l’incidente come un caso penale e incriminare i membri del gruppo aggressore.

Nguyen Van Hau, vice presidente dell’Associazione degli avvocati della città di Ho Chi Minh, ha detto a Rfa che gli assalitori dovrebbero essere processati, se le autorità concordassero, per disturbo alla quiete pubblica sulla base dell’articolo 245 del Codice penale vietnamita.

Hau ha aggiunto che l’uso di armi a scopo di minaccia da parte di persone non autorizzate è un reato molto grave. “La costituzione [del Vietnam] afferma con estrema chiarezza che l’incolumità fisica è inviolabile. Questo caso dovrebbe quindi essere gestito nel rispetto della legge”.

Riportato dal Vietnamese Service di Rfa. Tradotto dall’inglese da AsiaNews.

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