05/11/2005, 00.00
INDONESIA
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Dopo 8 anni di attesa inaugurato il primo santuario mariano a Bali

Per gli indù locali il santuario "non è una minaccia" e "non servirà al proselitismo". Il vescovo di Denpasar: "Date il benvenuto a chi viene a chiedere la grazia di Dio".

Kubutambahan (AsiaNews/Ucan) – Il Sanih Water, primo santuario mariano di Bali, è stato inaugurato il 23 ottobre dopo 8 anni di attesa: la gente del posto, a maggioranza indù, non lo ritiene "un avamposto del proselitismo".

Alla messa inaugurale, celebrata dal vescovo di Denpasar, mons. Banyamin Yosef Bria, hanno partecipato circa 1.500 cattolici provenienti dalle diverse parrocchie di Denpasar oltre ai leader locali indù. La grotta si trova infatti nel villaggio di Yeh Sanih a Kubutambahan, 60 Km a nord di Denpasar, governato dal "desa pakraman", il sistema di gestione rurale tipico dell'induismo. Durante la messa gli abitanti hanno intonato i canti tipici della zona accompagnati da una tradizionale orchestra balinese, la "gamelan".

Nell'omelia mons. Bria ha chiesto alla direzione del santuario di "dare il benvenuto a tutti coloro che si sarebbero presentati per chiedere la grazia di Dio". Presente alla cerimonia anche Made Sukresna, il capo villaggio; egli sostiene che il santuario "non disturberà in alcun modo lo stile di vita locale" e che gli abitanti del villaggio "sanno che il cattolicesimo è una religione riconosciuta in Indonesia".

Il capo di un altro villaggio locale, Astra ha aggiunto che "fra la gente nessuno ha timore di questo luogo". Nello stesso tempo ha voluto sottolineare che il santuario contribuisce all'economia locale e che la direzione del luogo di preghiera "ha tessuto ottimi rapporti con tutti".

Il terreno che ospita il santuario - in totale da 3 ettari - è di proprietà della Fondazione del Collegio di s. Giuseppe e gestito dai preti della Congregazione delle discipline del Signore. La Fondazione ha comprato il terreno e lo ha fatto divenire un giardino. Sukresna sottolinea che i preti hanno sempre concesso i fiori ed i frutti del terreno per le festività indù.

Astra ricorda inoltre che durante la crisi economica del 1997, invece di licenziare i lavoratori, la Fondazione ha deciso di ridurre l'orario di lavoro e le paghe, fatte tornare subito normali alla fine della crisi. Sul proselitismo Astra è netto: "Non esiste qui, da nessuna parte".

Sukresna aggiunge che "tutte le religioni insegnano la bontà e nessun indù si sente minacciato dal santuario". Dopo la messa p. Willy Malim Batuah, presidente della Fondazione, spiega la storia del luogo: l'ente aveva comprato il terreno nel 1990 "per portare il Vangelo di gioia e pace" alla popolazione, che "non significa battezzare i non cattolici". Se verranno chieste al santuario dei battesimi "dipenderà da Dio". Il santuario è stato completato nel 1997, ma l'apertura avviene oggi "perché abbiamo finalmente chiaro quale sia la risposta della popolazione di qui".
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