28/05/2021, 11.25
MYANMAR
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Due giovani cattolici uccisi dai soldati: raccoglievano cibo per gli sfollati di Demoso

di Francis Khoo Thwe

Presa di mira la chiesa di san Giuseppe a Demoso, dopo quella del Sacro Cuore a Kayantharyar (Loikaw). Ucciso anche un volontario che cercava di salvare alcuni civili in mezzo a uno scontro a fuoco. Fino a ieri, uccise almeno 831 persone; le persone incarcerate sono 4331. La francese Total e la statunitense Chevron tagliano alcuni contributi alle compagnie della giunta. Attivisti: è una cosa solo simbolica. I militari guadagnano ogni anno introiti per almeno 3,3 miliardi di dollari.

Yangon (AsiaNews) – Due giovani cattolici di 20 e 21 anni sono stati uccisi dai soldati della giunta mentre raccoglievano cibo per gli sfollati di Demoso (Stato Kayah).

Da una settimana nello Stato Kayah vi sono scontri fra le forze di sicurezza e i gruppi armati karen, raccolti nella Kpdf (Karenni People’s Defence Force, Forza di difesa del popolo karen).

Almeno 50mila abitanti di Demoso, di altre città dello Stato Kayah e del nord Shan sono fuggite nella foresta a causa degli scontri che nei giorni scorsi avevano già fatto nove vittime fra i civili.

I due giovani, Alfred Ludu e Patrick Boe Reh, entrambi della parrocchia di san Giuseppe a Demoso (v. foto), erano andati ieri a recuperare cibo per gli sfollati una prima volta. Non essendo sufficienti per tutti le quantità, sono usciti una seconda volta. I soldati li hanno aspettati e uccisi nel quartiere di Ngu Palot.

Nella mattinata di ieri, anche la chiesa di san Giuseppe è stata presa di mira dall’artiglieria della giunta.

Nei giorni precedenti, un’altra chiesa, quella del Sacro Cuore a Kayantharyar, vicino a Loikaw era stata colpita, uccidendo quattro persone che avevano trovato rifugio all’interno.

Tre giorni fa il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ha diffuso un appello in cui chiede di fermare gli attacchi ai luoghi di preghiera, e ha definito la situazione “una grande tragedia umanitaria”, dove si versa il sangue di persone disarmate, rifugiatesi in chiesa per proteggere se stessi e le loro famiglie.

Ieri, negli scontri attorno a Demoso, è stato ucciso anche All Lo Sein (detto anche Olson), un membro dei “Rangers della Birmania libera”, un’organizzazione di volontariato multietnico. Il giovane 24enne è stato colpito mentre cercava di mettere al riparo alcuni civili bloccati sotto gli scontri a fuoco. I funerali di Olson (foto 2) e quello degli altri due giovani sono avvenuti subito dopo aver recuperato i loro corpi.

A fine giornata di ieri, l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici ha diramato il bilancio aggiornato di vittime e prigionieri. Dal primo febbraio – inizio del colpo di Stato militare – fino a ieri sono state uccise almeno 831 persone. Oltre a queste morti documentate, ve ne sono molte altre non verificate al momento

Le persone incarcerate sono 4331, delle quali solo 102 sono state processate. Vi sono anche mandati di arresto per altri 1881 attivisti, che sono introvabili o rifugiati altrove.

Intanto, in seguito alle pressioni internazionali, i giganti del petrolio e del gas che fanno affari con la giunta, la francese Total e la statunitense Chevron, hanno annunciato che sospenderanno alcuni pagamenti a una joint venture di trasporto del gas, che comprende una compagnia legata ai militari.

Gli attivisti applaudono al gesto, ma lo ritengono solo una cosa simbolica. Infatti la mossa trattiene solo una piccola frazione dei guadagni della giunta che, secondo calcoli dell’Onu, si aggirano sui 3,3 miliardi di dollari (nel 2020). La decisione di Total e Chevron non tocca ancora gli introiti della giunta che derivano dalla vendita del gas, dalle tasse sugli oleodotti e gasdotti, dalle operazioni sul campo.

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