02/01/2013, 00.00
EGITTO
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Egiziani delusi celebrano la fine della Primavera araba

di André Azzam
Dopo la firma della nuova costituzione l'Egitto si trova diviso fra l'egemonia dei Fratelli musulmani e l'opposizione dei partiti liberali e laici. La popolazione resta a guardare. Per gli egiziani non vi è alcuna differenza fra il regime di Mubarak e quello dei Fratelli musulmani. I salafiti continuano a lanciare fatwa contro i cristiani. L'ultima proibisce ai musulmani di fare gli auguri di Natale ai cristiani. Un leader islamico piange in televisione e sottolinea che "il nostro islam è in mano a menti arretrate che scialacquano la religione in fazioni e partiti settari".

Il Cairo (AsiaNews) - All'inizio del nuovo anno e a quasi due anni dalla rivoluzione del 25 gennaio 2011, l'Egitto e gli egiziani possono solo celebrare la disillusione e il disincanto. La maggior parte concorda che ''la rivoluzione è stata rubata'' e che "il nostro Egitto è stato rapito''.

L'impressione generale è che ''la patria è perduta e spaccata tra l'egemonia della Guida Suprema, i liberali, i membri della società civile e la popolazione che resta a guardare''. Il meraviglioso slogan e lo striscione che durante la rivoluzione chiedeva "pane, libertà e giustizia sociale", è stato accantonato, messo da parte, dimenticato....

Un generale senso di delusione regna dopo la serie di manipolazioni e inganni avvenuti durante il 2012. Alla fine tutti hanno accettato il risultato - discutibile - delle elezioni presidenziali, sperando in buone e adeguate decisioni, scoprendo a poco a poco che il regime si sta trasformando sempre di più in una dittatura, sotto la ferrea e rigida autorità dei Fratelli Musulmani. I dimostranti che in novembre hanno protestato davanti al palazzo presidenziale hanno affibbiato al nuovo presidente il titolo di " pecora ", per sottolineare che lui è una sorta di burattino manipolato dalla Guida suprema dei Fratelli Musulmani: lo dimostrano le molte decisioni e i provvedimenti, prima annunciati e poi ritirati.

La popolazione non vede alcuna differenza con l'ex regime: una nuova legge sulle manifestazioni è stata preparata proprio per neutralizzare qualsiasi movimento popolare. Molti giornali hanno titolato: " Il ritorno di uno Stato di polizia...attraverso la legge ".  In più, il gran numero di guardie del corpo che attorniava il presidente al suo arrivo al parlamento lo scorso 30 dicembre ha fatto ricordare a tutti l'enorme scorta che circondava Mubarak.

L'alba del 31 dicembre ha visto in piazza Tahrir l'uccisione del noto attivista Mohannad Samir. Una pallottola in testa lo ha reso clinicamente morto,  e ciò non gli permetterà a di testimoniare sul massacro di un dimostrante,  avvenuto lo scorso anno davanti al Consiglio dei ministri. Lo scorso 29 dicembre, migliaia di persone del Movimento 6 aprile hanno attraversato il Nilo e piazza Tahrir giungendo a Abdine (zona est del Cairo)  per celebrare il 17mo compleanno di Gaber Salah, detto Gilka, il giovane attivista ucciso lo scorso novembre in occasione del primo anniversario del massacro di Mohammad Mahmoud Street. In poco tempo sono state assassinate10 persone: Fra queste, il giornalista al Hussayny Abou Daif, che preparava un'inchiesta finanziaria sul parente di un noto politico di spicco. Tali eventi spiegano perché è stata annullata la grande manifestazione che doveva svolgersi in piazza Tahrir per festeggiare il nuovo anno. Lo scorso 31 dicembre solo alcune migliaia di persone si sono radunate davanti alla chiesa evangelica in una delle strade a lato della piazza. In parallelo, ad Alessandria una grande folla si è radunata nella chiesa copto-ortodossa dei Santi nel secondo anniversario dell'atroce attentato contro i cristiani, il 31 dicembre 2011, che ha fatto 24 morti e decine di feriti. Con sorpresa di tutti, il patriarca Tawadros II ha presieduto la messa. Eletto lo scorso 4 novembre, il nuovo capo della Chiesa copta ortodossa guiderà per la prima volta, la notte del 6 gennaio, le celebrazioni del Natale nella cattedrale di S. Marco al Cairo. Nessuno sa ancora quale autorità del governo interverrà alla messa. Di recente la Legal Authority for Rights and Reform - che unisce Fratelli Musulmani e salafiti - ha lanciato una fatwa che proibisce ai musulmani di fare gli auguri ai cristiani per le loro feste. Tale provvedimento ha scatenato forti reazioni. Shaykh Ahmad Mahmoud Karima, docente dell'Università islamica di al-Azhar, molto noto per le sue critiche ai salafiti, ha reagito con forza durante un programma televisivo. Con le lacrime agli occhi, il professore musulmano ha affermato che " il nostro islam ha perso la sua reputazione e ora la sua fama dipende da menti retrograde che evacuano  la religione con fazioni, partiti, settarismi. Tutti questi, auto-proclamatisi predicatori non hanno mai studiato e non sanno nulla di religione o teologia ".  Citando il profeta, Shaykh Ahmad Mahmoud Karima sostiene che i loro giudizi sono " insignificanti e senza valore ".

Severe critiche sono piovute anche contro Khayrat al-Shater, assistente della Guida suprema dei Fratelli Musulmani e vera mente del movimento, a causa delle sue dichiarazioni contradditorie e piene di doppiezza. Egli è uno dei membri di spicco della Authority for Rights and Reform, ma sul suo sito in inglese a nome dei Fratelli musulmani ha augurato " ai fratelli cristiani di tutto il mondo gioia per le feste natalizie"

Lo scorso 30 dicembre, Amba Pakhomios, vescovo di Behayra e Matrouth (zona occidentale del Delta del Nilo) e patriarca ad interim dopo la morte di Shenouda III, ha dichiarato che l'opposizione della Chiesa alla Costituzione non è dovuta all'art. 219, che riguarda l'attuazione della sharia, ma a tutto il documento perché ogni articolo è una minaccia alla libertà e ai diritti umani.

Un importante leader salafita ha affermato: "Non vogliamo costringere le donne cristiane a indossare il velo, ma vogliamo solo cercare di convincerle ". Alcuni giorni fa, mentre usciva dal lavoro in un ospedale di Tanta (Delta del Nilo a nord del Cairo), una donna senza velo è stata selvaggiamente attaccata da un musulmano. L'uomo si è avvicinato a lei gridando : " Infedele, miscredente, empia, vi insegneremo noi come si rispettano i valori dell'Islam ".

Per punire un furto, lo shaykh di una moschea a sud del Cairo ha ucciso due ladri, più volte sorpresi a rubare dentro le case, dopo aver tentato di convincerli a cambiare comportamento. Prima di ucciderli. egli avrebbe chiesto consiglio a numerose autorità musulmane della zona su come affrontare la situazione.

Questa catena di eventi mostra che ormai, in nome della religione, ognuno può decidere di agire senza riguardo alla legge e ai diritti fondamentali. E rivela che l'Egitto sta scivolando sempre di più in cammino pseudo-religioso sempre più ristretto, che si rafforza grazie ai continui privilegi e progressi afferrati dai movimenti (islamisti) che sta prendendo possesso di ogni angolo e fessura delle istituzioni pubbliche.

Secondo il politico Mohammad Hassanein Haykal, famoso scrittore e consigliere per le comunicazioni del defunto presidente Nasser, " la Costituzione è stata imposta con la forza da un referendum che è stato una vera commedia ". I dati certificano che solo il 20% degli elettori si è recato ai seggi e ovunque gli osservatori sono convinti che il risultato è stato manipolato. La costituzione è stata approvata da un senato dove i membri sono quasi tutti di nomina presidenziale. L'opposizione raccoglie invece tutti gli elementi della società egiziana : giudici, media, artisti, contadini, donne, operai.

Essam al Aryane, vice-presidente del Partito Libertà e Giustizia (Fjp, dei FratelliMusulmani), ha invitato gli ebrei di origine egiziana a tornare in Egitto garantendo loro il diritto a  riprendere possesso dei  beni e delle proprietà di cui sono stati spogliati in passato. Secondo la French Jewish Authority, tali diritti valgono circa 30 miliardi di dollari. Il suggerimento ha scatenato un fiume di reazioni. In molti hanno affermato che esso non è realistico e non è corretto da un punto di vista politico e giuridico. " Meglio chiedere il ritorno dei prigionieri egiziani in Israele", ha dichiarato un leader musulmano. Uno dei dirigenti dell'Fjp ha subito preso le distanze da al-Aryane, sottolineando che la sua proposta ha carattere personale e non impegna in alcun modo il partito.

Per quanto riguarda la situazione economica, l'Egitto è vicino al collasso: i prezzi sono ormai alle stelle, in pochi giorni la sterlina ha perso quasi il 50% sul dollaro Usa. La gente corre ad acquistare valuta estera temendo una svalutazione della moneta; gli investimenti locali e ed esteri sono fermi; dal 2011 al 2012 il tasso di disoccupazione è passato dall'8,5% al 12,8%; il turismo è nella sua peggiore condizione; l'industria e l'agricoltura versano in uno stato di profonda recessione; i tagli all'energia elettrica sono in continuo aumento.  Tutti sia aspettano a breve un aumento dei prezzi base. Alcuni economisti prevedono la bancarotta...

Di fronte a questa situazione, nel discorso al senato del 30 dicembre, il presidente ha presentato un panorama ottimista. Alcuni giornali hanno reagito denunciando " la persistente successione di bugie e falsità fuorvianti ". Poche sono le persone che credono nel potere " delle obbligazioni islamiche " (islamic bonds)  per riattivare l'economia. Un giornale parla della possibilità di un leasing del canale di Suez all'emirato del Qatar per una concessione di 99 anni e si chiede: " Stiamo per avere un Ferdinand de Lesseps musulmano del 21mo secolo ?".  Un altro quotidiano si chiede "dove stiamo andando con questo gruppo [Fratelli Musulmani]?".

Infine, il quotidiano "Destour" (Costituzione) è uscito lo scorso 31 dicembre con il triste titolo: "Il popolo piange la nazione egiziana per la morte della rivoluzione del 25 gennaio. Ai cari estinti va la nostra compassione e alle persone la nostra sincera vicinanza ". Il necrologio si conclude con "la popolazione deve pagare il prezzo... [del funerale?]".

Al principio di questo nuovo anno, il panorama è molto lontano dall'essere chiaro. Uno dei risultati del nuovo regime è quello di aver unito le opposizioni, composte soprattutto da forze liberali e laiche. Saranno in grado di contrastare l'invadente movimento islamista?

L'Egitto sta per essere guidato oltre la Primavera araba, per entrare in un lungo tunnel che è pari a un oscuro e gelido inverno. Ma l'Egitto è l'Egitto, con la sua storia millenaria, la sua resistenza, l'energica capacità di recupero della sua popolazione, che nei secoli è stata in grado di assorbire differenti culture e civiltà, cristiane e musulmane, che potrebbe provocare in tutto il mondo una sorta di " egittomania ", grazie al suo realismo e al senso dell'umorismo.

Tutte queste qualità potrebbero aiutare a superare le situazione più difficile e dare speranza per il futuro.  

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