05/08/2014, 00.00
TURCHIA
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Erdogan, nuovo califfo, favorito alle elezioni presidenziali

Il premier è il favorito sul laico Ihsanoglu e il curdo Selahattin Demirtas. Se il 10 agosto nessuno arriva alla maggiroranza, si voterà un secondo turno il 24 agosto. Timori per l'islamizzazione del Paese, portata avanti dal partito Akp e per il grande potere concentrato sul premier.

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Alle prossime elezioni presidenziali turche, il favorito è il premier Recep Tayyip Erdogan, che si propone come un rifondatore della "nuova Turchia", sebbene i suoi critici temano un suo segreto progetto di islamizzare il Paese.

Le elezioni, le prime a suffragio universale diretto, si terranno il 10 agosto prossimo. In questi mesi, Erdogan che, leader dell'Akp  è premier dal 2003, ha lavorato molto per potenziare la sua immagine proponendosi come continuatore del fondatore della Turchia moderna e secolare, Kemal Ataturk, e come grande politico regionale, offrendosi come mediatore nella guerra di Gaza. Per un certo periodo egli si è anche proposto come modello per tutte le primavere arabe del Medio oriente.

Ma a livello nazionale, si è scontrato con i giovani di Gezi Park e con la classe media turca, stanca dei suoi metodi autoritari e islamici; a livello regionale, il suo sostegno ai Fratelli musulmani in Egitto e ai miliziani sunniti anti-Assad, gli hanno fatto perdere molta stima.

Il suo principale avversario è l'intellettuale islamico moderato Ekmeleddin Ihsanoglu, ex capo dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica, candidato unico dei due grandi partiti dell'opposizione laica, il Chp e l'Mhp, che pero non sembra superare il 40%. Il leader del partito curdo Hdp Selahattin Demirtas, rimarrebbe sotto il 10%. Se, a sorpresa, Erdogan non ce la farà al primo turno il 10 agosto, vi sarà un secondo turno il 24 agosto.

Erdogan vede se stesso come il legittimo successore di Ataturk, soprattutto dal lato della modernizzazione della Turchia. Oltre ad un'economia vivace, egli sta garantendo uno sviluppo delle infrastrutture con progetti tipo un terzo ponte sul Bosforo, la ferrovia superveloce, un terzo aeroporto per Istanbul. Ma molti lo vedono come un autoritario califfo: grazie ad alcune leggi da lui fatte votare, il governo controlla la giustizia, dà enormi poteri ai servizi segreti, soffoca la libertà di espressione con il controllo dei social network.

Alcune decisioni, quali il divieto di vendere alcool nei bar la notte, la libertà per le donne di indossare il velo anche nelle università, fanno invece temere che l'Akp porterà a una islamizzazione del Paese, annegando l'eredità secolare di Ataturk.

 

 

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