25/01/2011, 00.00
INDIA-ISLAM
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Esperto indiano: Al-Azhar deve tornare al dialogo

di Anbu A.
Un missionario verbita, che lavora da molti anni a iniziative di comprensione fra le due maggiori fedi mondiali. presenta un suo commento sulla decisione dell’università del Cairo. “Questo è il momento in cui dobbiamo superare le nostre differenze e focalizzarci sul bene dell’umanità. Possiamo ottenere qualche cosa solo attraverso l’impegno e l’interazione”.

Mumbai (AsiaNews) –  Padre Ambu A., missionario verbita ed esperto di islam, offre un contributo sull’annunciata decisione dell’università islamica cairota di Al-Azhar di sospendere il dialogo in corso con il Vaticano in segno di protesta per le supposte “ingerenze” di papa Benedetto XVI negli affari interni dell’Egitto. (20/01/2011 L’università islamica di Al Azhar sospende il dialogo con il Vaticano). P. Ambu è segretario dell’Associazione degli studi islamici, un’organizzazione nata per creare un ponte fra musulmani e cristiani in India, e che organizza ogni due anni conferenze in varie parti del Paese per aiutare i cristiani a comprendere l’islam.

La decisione di congelare il dialogo con il Vaticano da parte dell’università islamica di Al-Azhar è molto deludente. Sono molto colpito e turbato da questa notizia, essendo una persona sinceramente impegnata nel dialogo cristiano-musulmano. Da alcuni anni la partecipazione al dialogo fra le due religioni è in un progresso crescente, e questa decisione potrebbe azzerare tutti gli sforzi delle persone coinvolte nel dialogo.. Nell’ultimo periodo siamo stati testimoni di sforzi positivi compiuti per stabilire una coesistenza pacifica fra musulmani e cristiani, come “Il mondo comune” e l’iniziativa “The C1 World Dialogue”. “Una parola comune fra voi e noi” è una lettera aperta datata 13 ottobre 2007 dai leaders musulmani ai leaders della fede cristiana. E’ stata l’iniziativa di dialogo interreligioso fra cristiani e musulmani più ampia a livello mondiale. Chiede che ci sia pace fra le due comunità, che si lavori per preparare un terreno comune e la comprensione fra le due fedi, sulla linea del comando presente sia nel Corano che nella Bibbia di amare Dio e i vicini. Il successo  dell’iniziativa è stato ampiamente riconosciuto, e in effetti è stata premiata con l’“Eugen Biser Award” e con il “Building Bridges Award” nel 2008.

“C1 World Dialogue” è un’iniziativa la cui missione “sostenere e promuovere, propagare a mantenere la pace, l’armonia e l’amicizia fra il mondo islamico e quello occidentale”. L’iniziativa ha avuto origine nel “Consiglio dei 100 leaders” (C100) lanciato dal Forum economico mondiale in risposta alla tragedia dell'11 settembre 2001. Da allora il gruppo si è sviluppato in un corpo autonomo, avendo come base istituzionale una fondazione svizzera, con sede a Basel”.

Con tali iniziative in progresso di dialogo fra le due comunità, speravo che ci stessimo muovendo nella direzione giusta. Ma sfortunatamente la decisione di Al-Azhar è giunta come un fulmine a ciel sereno. Ci sono voluti degli anni per raggiungere questo stadio di mutuo dialogo, ma questo gesto di Al-Azhar ha mandato in frantumi i sogni di persone sincere i entrambe le comunità. L’islam e la cristianità sono le due maggiori religioni del mondo, e il loro contributo alla crescita e al progresso del mondo possono essere sostanziali, se le due religioni lo compiono insieme. Divisione e incomprensione fra i seguaci di queste due fedi possono essere solo di detrimento allo sviluppo del mondo.

In questo periodo di prova, il bisogno del momento è di maggiore unità e collaborazione. Persone delle due comunità, unite da questo sentimento devono unirsi per rendere più agevole ad Al-Azhar la revoca di questa decisione, e far avanzare il processo di dialogo che è cominciato qualche anno fa. Di recente ho letto un articolo di Ali Gomaa, il grande Muftì dell’Egitto, che evidenzia una comprensione profonda del ruolo dell’islam e dei musulmani nel mondo contemporaneo. Secondo lui l’islam deve giocare un ruolo attivo e moderato nel mondo di oggi e solo i religiosi musulmani certificati come tali devono essere riconosciuti come portavoce autentici dell’islam. Questo è il momento in cui dobbiamo superare le nostre differenze e focalizzarci sul bene dell’umanità. Possiamo ottenere qualche cosa solo attraverso l’impegno e l’interazione. Mi auguro che Al-Azhar torni a impegnare i suoi sforzi verso l’armonia per diventare un partner della pace.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)
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