22/11/2018, 12.52
BANGLADESH
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Fratel Lucio Beninati: Per aiutare i bambini, ho scelto di vivere in strada (Foto)

di Sumon Corraya

Il missionario italiano ha fondato un’associazione “per servire i bambini di strada” in Bangladesh. Coinvolge una cinquantina di volontari di ogni religione ed estrazione sociale. Grazie al suo lavoro, i piccoli abbandonati “sognano di nuovo”.

Dhaka (AsiaNews) – Per aiutare i bambini di strada, “bisogna vivere in strada”. Ne è convinto fratel Lucio Beninati, missionario italiano del Pime che da anni vive in Bangladesh. Egli ha scelto di vivere negli slum [baraccopoli] di Dhaka e Sylhet, piuttosto che nelle residenze dell’istituto di cui fa parte. “Per comprendere la vita dei bambini di strada e avere una vita semplice come la loro”, spiega ad AsiaNews. Una vita completamente dedicata ai piccoli che vengono abbandonati. Consapevole che a questo mondo non è sufficiente solo la vicinanza fisica, fratel Lucio ha fondato la “Pothoshishu Sheba Songothon” (Pss), che significa “Associazione per servire i bambini di strada”.

Una rarità nel panorama del Bangladesh, l’associazione coinvolge 50 volontari. Tra di loro, uomini d’affari, insegnanti, studenti, attivisti, pensionati, casalinghe. Il missionario riporta: “Non ci sono solo cristiani, ma anche musulmani. I radicali islamici non ci hanno mai rivolto minacce”.

Ogni giorno fratel Lucio e i suoi collaboratori si recano nei parchi della capitale o sotto i cavalcavia dove i poveri si radunano in gruppi. Trascorriamo con lui una giornata nell’area di Kawranbazar. È il 17 novembre e l’inverno è alle porte. Per questo i volontari sono impegnati nello spiegare ai bambini che vivono all’addiaccio i problemi causati dal freddo. Dicono loro di coprirsi bene con dei vestiti pesanti e indossare le scarpe.

Poi fratel Lucio controlla attentamente tutto il gruppo e scopre che una di loro, Ratna Akter, ha una spina conficcata nella gamba. Gliela estrae e la medica, poi distribuisce medicine anche agli altri piccoli. La giornata termina colorando dei disegni e mangiando il cibo portato dai volontari.

I bambini assistiti da fratel Lucio hanno avuto un futuro migliore di quello che li attendeva. Come Mahammad Faisal, musulmano di 25 anni, che oggi ha una bancarella alimentare. “Ho conosciuto fr. Lucio quando avevo tre anni e vivevo per strada con altri bambini. Lui si è preso cura di noi, ci ha riempito d’affetto, ci ha amato, ci ha nutrito. È stato una benedizione per me, se non lo avessi incontrato sarei finito a drogarmi o a compiere crimini”. Un altro ragazzo che ha avuto una vita diversa è un giovane imam che accompagna il missionario. Infine Mim Akter, 14 anni, che dice: “Non avevo sogni. Solo quando ho visto il lavoro di fratel Lucio, ho capito che la mia mamma aveva bisogno di me. Mio padre ci ha abbandonati e per questo viviamo in strada. Ma da grande voglio fare un buon lavoro”.

Le persone, conclude il missionario, “fanno domande, alcuni mi chiedono se io converto i bambini. No, non ho mai fatto proselitismo, dimostro loro la mia solidarietà. Sono abbandonati e mi prendo cura di loro. Voglio che studino e abbiano una vita normale. Ovviamente sono un missionario, ed è la mia stessa vita a predicare il Vangelo”.

Fratel Lucio Beninati con i bambini di strada
Fratel Lucio Beninati con i bambini di strada
Fratel Lucio Beninati con i bambini di strada
Fratel Lucio Beninati con i bambini di strada
Fratel Lucio Beninati con i bambini di strada
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