16/07/2010, 00.00
CINA
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Fujian, inquinamento da ditta leader per oro e rame. Arrestati 3 dirigenti

La Zijing Mining Group ha ammesso che i liquami di un suo impianto hanno avvelenato il fiume Ting e parla di incidente. Ma gli investigatori parlano di inquinamento volontario e testimoni dicono che è il 3° episodio da giugno. Pechino appare voler perseguire i responsabili.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La polizia ha arrestato 3 dirigenti della Zijin Miing Group, leader per la produzione di oro, quali responsabili di un grave inquinamento che il 3 luglio ha avvelenato il fiume Ting, tra le maggiori fonti idriche nel Fujian, e ha causato una moria di pesci per oltre 2.300 tonnellate. Dura reazione di Pechino contro l’azienda.

Oggi il governo della contea di Shanghang ha annunciato l’arresto del direttore, del vicedirettore e del responsabile per la protezione ambientale della ditta, 3° in Cina per il rame.

La Zijinha ha ammesso l’inquinamento, dicendo che è derivato dalle forti piogge che hanno fatto straripare una pozza di liquami e che comunque ha ripreso il controllo della situazione in 24 ore. Ha offerto un indennizzo ai pescatori danneggiati e ha sospeso la produzione alla miniera.

Ma gli investigatori hanno accertato che dalla pozza sono passati nel Ting 9.100 metri cubi di liquami attraverso “un passaggio costruito in modo illegale”. La quantità è tale che esperti ritengono che lo sversamento di liquami nel fiume sia andato avanti per settimane e fonti di stampa parlano di almeno altri due sversamenti avvenuti in giugno. Pescatori della zona raccontano che già il mese scorso il fiume ha assunto un colore scuro e ci sono state morie di pesci. Inoltre la ditta avrebbe dovuto depurare i liquami, invece che disperderli nell’ambiente. Infine risulta che la ditta ha tenuto il fatto nascosto per almeno 9 giorni ed è emerso solo a seguito del disastro ambientale.

Il ministro per la Protezione Ambientale ha ordinato alla ditta di eseguire i lavori necessari per evitare futuri sversamenti di liquami.

Il boom economico cinese è fondato anche sullo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente, che ha causato grave inquinamento alle fonti idriche e al suolo, con oltre 200 milioni di cinesi che non hanno accesso ad acqua non inquinata. Spesso i residenti rurali sono insorti contro simili fatti per far chiudere le fabbriche inquinanti, protette dalla polizia e dalle autorità locali. Invece questa volta le autorità appaiono intenzionate a intervenire e il People’s Daily, portavoce ufficiale del Partito Comunista cinese, ha criticato in modo duro l’azienda.

Le azioni della Zijin sono crollate: alla borsa di Hong Kong sono state sospese per ribasso il 12 luglio e hanno perso il 12% il 13 luglio. A Shanghai oggi hanno perso il 6,5%.

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