21/04/2015, 00.00
YEMEN – USA – IRAN
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Gli americani schierano una portaerei davanti alle acque dello Yemen

Fonti giornalistiche americane attribuiscono alla missione della Roosevelt l’obiettivo di impedire all’Iran di fornire armi, e in particolare missili antiaerei, ai ribelli Houthi. Il Pentagono nega. L’obiettivo politico potrebbe essere quello di mostrare vicinanza ai sauditi.

Washington (AsiaNews/Agenzie) – La portaerei americana Roosevelt (nella foto), scortata dall’incrociatore Normandy, è diretta da ieri verso le acque di fronte allo Yemen, ufficialmente per una missione di “sicurezza marittima”.

Fonti giornalistiche americane attribuiscono alla missione l’obiettivo di impedire all’Iran di fornire armi, e in particolare missili antiaerei, ai ribelli Houthi, sciiti, contro i quali è impegnata una coalizione guidata dall’Arabia Saudita. L’ipotesi, sebbene smentita da Steve Warren, un portavoce del Pentagono, ha trovato una indiretta conferma nelle parole di un anonimo ufficiale della marina statunitense secondo il quale le navi americane sono pronte a intercettare navi iraniane che portassero armi ai combattenti. E, mentre ci sono notizie di un convoglio della marina di Teheran diretto verso lo Yemen, va ricordato che un’ispezione su una nave è possibile solo con il consenso del comandante.

Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, che ha rifiutato ogni commento sugli spostamenti e la missione delle navi americane, ha tuttavia parlato di “prove che gli iraniani stanno fornendo armi agli Houthi nello Yemen. Ciò – ha aggiunto – servirà solo ad accrescere la violenza in quel Paese. Queste sono proprio quelle attività di destabilizzazione che avevamo in mente quando abbiamo espresso preoccupazione sulle azioni di destabilizzazione dell’Iran in Medio Oriente”.

Sono affermazioni che contrastano con gli sviluppi dell’atteggiamento del presidente Obama verso Teheran sul delicato tema dello sviluppo del programma nucleare iraniano e con quella sorta di co-belligeranza di fatto contro l’Isis. Ma che avrebbero in primo luogo lo scopo di mostrare vicinanza al tradizionale grande alleato saudita e poi quello di invitare gli iraniani a non tirare troppo la corda.

 

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