12/04/2010, 00.00
USA-IRAN
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Guarda ad al Qaeda, e anche a Teheran, il summit nucleare voluto da Obama

Si apre oggi a Washington il Nuclear Security Summit, al quale partecipano i leader di 47 Paesi. L’obiettivo è far sì che entro i prossimi quattro anni le scorte di uranio altamente arricchito in ogni parte del mondo siano soggette a misure di sicurezza estremamente rigide. Turchia ed Egitto potrebbero porre la questione delle bombe israeliane. Da Teheran l’annuncio dell’avvio del reattore di Bushehr nel sud del Paese.
Washington (AsaiNews/Agenzie) – Con un minuto di silenzio per ricordare l’incidente aereo costato la vita al presidente Lech Kaczynski e ad altre alte autorità polacche si apre oggi a Washington il Nuclear Security Summit, incontro voluto da Barak Obama, al quale partecipano i leader di 47 nazioni.
 
L’obiettivo dell’incontro, che segue da vicino la firma del nuovo trattato Start tra Usa e Russia, è estremamente ambizioso: far sì che entro i prossimi quattro anni le scorte di uranio altamente arricchito in ogni parte del mondo siano soggette a misure di sicurezza estremamente rigide. E questo perché, come ha sostenuto il segretario di Stato Hillary Clinton, “la minaccia di un conflitto nucleare, come si temeva durante la Guerra Fredda, è attualmente diminuita, mentre è invece aumentata la minaccia di terrorismo nucleare”. “Vogliamo – ha precisato - che l'attenzione mondiale sia concentrata su quello che è necessario fare, a fronte degli sforzi di Al Qaida e di altri gruppi terroristici per assicurarsi sufficiente materiale nucleare per provocare terribile distruzione e perdite di vite umane da qualche parte nel mondo”. “La maggior parte dei Paesi a livello globale hanno interesse a limitare la minaccia di terrorismo nucleare”, ha commentato Steven Pifer, esperto della Brookings Institution.    
 
A margine del summit sono in programma una serie di incontri bilaterali tra il presidente Obama e alcuni leader. Si è cominciato ieri con il primo ministro indiano Manmohan Singh e il presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev, il primo ministro del Pakistan Yousaf Raza Gilani e il presidente sudafricano Jacob Zuma. Tra gli incontri in programma - oggi tocca a Giordania, Malaysia, Armenia e Ucraina - il più importante è quello di questo pomeriggio con il premier cinese Hu Jintao, durante il quale dovrebbero essere affrontate anche le questioni legate allo yuan, con Washington che accusa Pechino di tenere artificialmente basso il cambio della propria valuta.
 
Al summit non sarà presente il premier israeliano Benjamn Netanyahu, sostituito dal suo vice Dan Meridor. Il primo ministro di Gerusalemme teme che Egitto e Turchia usino l’incontro per mettere sotto accusa l’arsenale nucleare israeliano, che lo Stato ebraico non ha mai ufficialmente detto di possedere. Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan parlando ieri ha infatti chiesto come mai “finora non abbiamo ascoltato alcuna domanda della comunità internazionale su Israele”.
 
Il summit sarà anche occasione di parlare del nucleare dell’Iran (non invitato, come la Corea del Nord). “Ciò che deve accadere – ha detto in proposito il segretario alla difesa Robert Gates – è che il governo iraniano deve decidere che la sua sicurezza è migliore non avendo armi nucleari che avendole”. Gates ha fatto riferimento anche alla difesa missilistica schierata nel Golfo per “mostrare loro che possiamo difendere da ogni attacco e reagire” “Che nessuno commetta errori – gli ha fatto eco la Clnton – gli Stati Uniti difenderanno se stessi, i nostri partner e i nostri alleati”.
 
Da parte sua, il regime degli ayatollah non sembra volersi fermare. Oggi l’IRNA ha diffuso l’annuncio ufficiale che “da quest’estate entrerà in produzione” il reattore nucleare di Bushehr, nel sud del Paese.
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