14/03/2016, 11.51
CINA
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Heilongjiang, a sorpresa il governo si schiera con i minatori in sciopero

Per la prima volta, le autorità della provincia decidono di sostenere le richieste dei lavoratori e impongono all’azienda (statale) di pagare loro gli arretrati. Corruzione e inefficienza hanno portato il settore ai minimi storici, e il governo centrale ha chiesto tagli al personale che potrebbero scatenare nuove proteste. Una fonte spiega: “I problemi veri sono enormi e devono ancora emergere”.

Pechino (AsiaNews) – Il governo della provincia nord-orientale dell’Heilongjiang ha annunciato di voler “sostenere dal punto di vista finanziario” un’azienda statale leader nell’estrazione di carbone, ma ha chiarito che questa “deve pagare gli stipendi arretrati” e “deve smetterla di nascondere i conti”. Il governatore Lu Hao ha sottolineato inoltre ai margini dell’Assemblea nazionale del Popolo che i tagli al personale imposti dalle ristrutturazioni economiche volute dal governo centrale “non porteranno i minatori lontani dalle loro famiglie. Saranno reimpiegati nella zona”.

L’annuncio è stato imposto dal massiccio sciopero dei lavoratori della Heilongjiang Longmay Mining Holding Group, la compagnia mineraria nel mirino delle autorità. Alcuni video pubblicati online – e non censurati dall’apparato statale – mostrano migliaia di lavoratori con le loro famiglie per le strade di Shuangyashan. Questi portano cartelli che recitano “Vogliamo vivere, vogliamo mangiare” e “Lu mente sapendo di mentire”. Il riferimento è ai commenti del governatore di alcuni giorni fa: Lu aveva infatti dichiarato che ai lavoratori “non era stato sottratto neanche un centesimo”. Inoltre, il politico aveva definito la Longmay “un esempio classico di azienda inefficiente” che il governo “non poteva permettersi di salvare”.

Le manifestazioni - avvenute mentre nella capitale si celebra l'Assemblea nazionale del popolo -  lo hanno costretto a cambiare idea. È la prima volta che il governo dell’Heilongjiang si schiera dalla parte dei lavoratori. In altre occasioni, le proteste sindacali sono state represse nel sangue o sono terminate con raffiche di arresti. D’altra parte, l’azienda coinvolta è in perdita dal 2012 e ha annunciato un taglio del personale da “tempi di guerra”: 100mila su 248mila. La regione dell’Heilongjiang ha un’economia che si basa soprattutto sul carbone e sul petrolio, il cui prezzo negli ultimi due mesi è crollato del 6%. Il governo centrale da una parte sostiene questi tagli, che devono aiutare l’economia a “cambiare volto” abbandonando l’industria pesante; dall’altra teme le manifestazioni sociali che possono minare alla base la sua autorità.

Aprendo l’incontro annuale dell’Assemblea nazionale del Popolo – incaricata di ratificare un nuovo piano quinquennale – il premier Li Keqiang ha annunciato una ristrutturazione delle aziende di stato che prevede la perdita di almeno due milioni di posti di lavoro (che potrebbero divenire sei, secondo alcuni analisti internazionali). I sussidi offerti per gli esuberi dei settori dell’acciaio e del carbone sono pari a quasi 14 miliardi di euro ma anche le impoverite regioni interessate dovranno contribuire con una quota perché la speranza della leadership è quella di proporre ai lavoratori corsi di aggiornamento e reimpiegarli sullo stesso territorio.

La Cina ha più o meno 150mila aziende statali che impiegano un totale di 30 milioni di persone. Molte di queste sono le cosiddette “aziende zombie”, ovvero aziende tenute artificialmente in vita dai governi locali per evitare che si sgonfino i dati del Prodotto interno lordo e della disoccupazione regionale. Un problema che la Repubblica popolare ha deciso di affrontare annunciando la chiusura di quegli stabilimenti che producono acciaio, carbone, alluminio, cemento e vetro e che spesso sono anche tra le maggiori cause dell’inquinamento di suolo, acqua e atmosfera.

Un ex funzionario dell’Autorità di regolamentazione centrale spiega però al South China Morning Post che i problemi reali, come quelli della Longmay, “nascono da anni di politiche sbagliate, che richiedono molto più di un aiuto finanziario per essere risolte. Il problema è molto più grave di quanto sembri”.

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