16/08/2006, 00.00
Iran – Libano –Israele
Invia ad un amico

Hezbollah in Libano: una vittoria iraniana ?

di Darius Mirzai

Teheran celebra la "vittoria" degli Hezbollah, dopo averli sostenuti con armi supermoderne (forse di provenienza russa). L'Iran vuole guidare il Jihad nel mondo e il Libano è la prima vittima.

Teheran (AsiaNews) – Il cessate il fuoco sul confine israelo-libanese è stato accolto dal regime iraniano come una vittoria. Due giorni fa la parola d'ordine era: "Stasera alle nove, salite sui tetti, urlate Allah-o-akbar (Dio è grande)". In alcuni quartieri di Teheran, c'è stato tanto chiasso, in altri, totale silenzio. La "vittoria" da celebrare è quella degli estremisti sciiti Hezbollah, che, forse davvero per la prima volta dal 1948, hanno creato vere difficoltà all'esercito israeliano. La loro "vittoria" è morale, mediatica – e anche militare. Il territorio israeliano è stato colpito non da attacchi terroristici, ma da armi di guerra. I cari armati israeliani, con le loro sofisticate misure di protezione, non hanno potuto resistere contro missili high-tech. Chi le ha date all'Hezbollah? Probabilmente l'Iran, che - si sussurra - le ha acquistate da mani russe.

Con ogni probabilità a pagare con petrodollari è stato proprio l'Iran, anche se fin dall'inizio Teheran ha insistito nel dire che il suo appoggio ai gruppi di Hezbollah e Hamas è « di natura spirituale e non militare ». Dichiarazioni importanti, che servono a evitare tensioni aggiuntive con la comunità internazionale, specialmente l'Occidente, in un momento critico della controversia sul nucleare. Così, almeno in apparenza, la "vittoria" appartiene solo ad Hezbollah, movimento "nazionale" e sul territorio libanese e in quello d'Israele non c'è nessun altra presenza straniera.

Ahmadinejad dice di voler "piantare la bandiera della vittoria su Israele" e si rallegra che le idee degli Usa sul cosiddetto nuovo Medio Oriente siano andate in rovina. Nelle strade di Teheran, si vedono ovunque i ritratti di Nasrallah, col turbante nero dei seyyed (supposti discendenti di Maometto) e vestito quasi da mullah, anche se non lo è. Ma la "vittoria" a un sapore agrodolce e un po' ambiguo: l'arabo Nasrallah, eroe nella Persia? Nella società iraniana, già prima dalla guerre contro l'Iraq, c'è più disdegno - se non odio - verso gli arabi che verso gli Ebrei.

Ad ogni modo, fra i radicali,  dove prevale il criterio confessionale e rivoluzionario, c'è grande allegria. Ma i conservatori (politici, affaristi o semplicemente nazionalisti) sono più prudenti. E i cosiddetti riformatori? Subito dopo l'inizio del conflitto, l'ex Presidente Khatami ha scritto a Nasrallah : « L'Hezbollah è come il sole radiante che riscalda tutti i Musulmani oppressi, particolarmente quelli che vivono in Palestina e in Libano… Quanto succede oggi nel Libano dimostra la vittoria finale della giustizia sulla falsità, della salvezza sull'occupazione e della dignità umana sull'umiliazione. » Anche Khatami, da mullah, considera prima di tutto l'identità sciita dell'Hezbollah.

Ormai l'Iran sta giocando la carta di guida del mondo musulmano nella lotta contro Israele. Per l'ayatollah Khamenei, Guida suprema del Paese, Israele è un "tumore infettivo" nel mondo islamico. E va combattuto ovunque: durante questa guerra israelo-libanese, l'Iran ha perfino minacciato con chiarezza Israele nel caso in cui gli attacchi avessero toccato il territorio siriano! Ci si può domandare cosa sia per l'Iran un Libano sovrano, pluralista e libero. Esattamente un mese fa, il 16 luglio Khamenei, in un discorso trasmesso dalla TV, ha dichiarato: "Volevano trasformare il Libano in un centro di cultura occidentale. Invece, è stato trasformato in un centro di 'Jihad' [guerra santa] e di resistenza, cioè proprio il contrario di ciò che i poteri imperialisti occidentali desideravano". Per l'Iran, dunque, il Libano pare essere prima di tutto un territorio da conquistare; per i mullah, il messaggio di convivenza e di pluralismo del Libano è probabilmente anch'esso un "tumore infettivo".

Con questa guerra, il mondo è divenuto meno sicuro. Grazie a Israele, il Jihad è entrato nel paese dei cedri, come sognava Khamenei. Nello stesso tempo l'islamismo armato è divenuto più coerente e si è creata un'alleanza fra elementi radicali sunniti ed Hezbollah. Forse al Qaeda accetterà la sfida e cercherà di riprendere a Nasrallah la leadership dell'estremismo musulmano, come ha tentato nei giorni scorsi con il (fallito) attentato ai 10 aerei fra Londra e Stati Uniti. In ogni caso il Libano è ormai segnato: il messaggio di speranza è divenuto un messaggio di avvertimento, il futuro del mondo è forse simile al presente del Libano martire.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Rouhani apprezzato dall'ayatollah Al Sistani
04/10/2013
Baghdad, autobomba uccide più di 80 persone in un quartiere sciita
14/09/2005
In Libano si dimette il sesto ministro, l'opposizione pronta a tutto per far cadere Siniora
13/11/2006
Beirut, dopo anni di “coma” rinasce il Consiglio supremo sciita. Il ruolo chiave di Hezbollah
16/03/2017 11:29
L'opposizione cristiano-sunnita rifiuta il nuovo governo pro-siriano
11/03/2005


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”