24/10/2012, 00.00
TERRA SANTA
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I rappresentanti delle Chiese cattoliche di Terra Santa condannano il muro di Cremisan

Diffuso ieri, il comunicato è stato firmato da 22 fra prelati e sacerdoti delle varie denominazioni cattoliche. Essi negano le accuse tendenziose di un accordo fra Vaticano e Stato di Israele per la realizzazione del tratto di muro, considerato illegale. Esso sottrae alle famiglie del villaggio di Beit Jala e ai due conventi salesiani presenti nella zona circa 300 ettari di terra. Colpita anche Betlemme. La costruzione del muro prevede la confisca di varie risorse idriche necessarie per l'irrigazione dei campi e la sopravvivenza della popolazione.

Gerusalemme (AsiaNews) -L'Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa (Aocts) condanna il muro di separazione della valle di Cremisan progettato da Israele per proteggersi da eventuali attacchi terroristi. In un comunicato diffuso ieri, i rappresentanti delle demominazioni cattoliche negano l'esistenza di un accordo fra il Vaticano e le autorità israeliane, che avrebbe permesso la realizzazione del muro, giudicata illegale da una sentenza della Corte internzionale di giustizia risalente al 2004. Incuranti della delicata situazione, nei giorni scorsi diversi giornali stranieri senza alcuna prova hanno accusato di collusione i salesiani residenti nel locale convento di Cremisan e il governo.

In realtà la costruzione del muro non fa sconti alle due congregazioni salesiane, una maschile e una femminile, che da anni assistono la popolazione dei villaggi limitrofi con opere educative e caritatevoli. A tutt'oggi nella scuola gestita dalle religiose vi sono 450 bambini. Con la separazione del territorio essi saranno costretti a frenquentare un istituto dall'aspetto di una prigione e circondato da posti di blocco militari.

Le 22 personalità religiose firmatarie del comunicato, fra cui mons. Fouad Twal, patriarca Latino di Gerusalemme, e p. Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, avvertono che la vita delle 58 famiglie cristiane del villaggio palestinese di Beit Jala è in pericolo. Il loro sostentamento dipende principalmente dai 300 ettari di terreno che resteranno al di là del muro. La comunità perderà una delle sue ultime grandi aree agricole e ricreative, diverse fonti di acqua potabile fondamentali per irrigare le coltivazioni. Situata a pochi chilometri da Betlemme e famosa per la produzione vinicola e per i suoi uliveti, la valle di Cremisan è considerata una sorta dui polmone verde per i villaggi limitrofi, caratterizzati da sovrappopolazione e mancanza d'acqua. Secondo i vescovi la separazione del territorio renderà impossibile la sopravvivenza della popolazione palestinese, che vivono senza un reddito fisso e contribuirà all'esodo dei cristiani dalla Terra Santa.

 

 

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