15/08/2018, 12.10
VATICANO
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Il Papa affida a Maria Assunta 'le angosce e i tormenti di coloro che soffrono' e la popolazione di Genova

All’Angelus, papa Francesco recita un’Ave Maria coi pellegrini per le vittime e i loro cari della tragedia di Genova. L’Assunzione di Maria significa che “Dio vuole salvare l’uomo intero, anima e corpo”. La risurrezione della carne “è un elemento proprio della rivelazione cristiana, un cardine della nostra fede”. “Siamo chiamati a servire e glorificare Dio con tutto il nostro essere, anima e corpo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Nell’odierna solennità dell’Assunzione di Maria, papa Francesco ha affidato alla Madonna “le angosce e i tormenti di coloro che, in tante parti del mondo, soffrono nel corpo e nello spirito”, ricordando in particolare la popolazione di Genova, dove ieri un ponte sull’autostrada (il ponte Morandi) è crollato facendo decine di vittime e feriti.

Dopo aver chiesto che “la nostra Madre celeste” ottenga “per tutti conforto, coraggio e serenità”, rivolgendosi ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, il pontefice ha aggiunto: “Penso in particolare a quanti sono provati dalla tragedia avvenuta ieri a Genova, che ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione. Mentre affido alla misericordia di Dio le persone che hanno perso la vita, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari, ai feriti, agli sfollati e a tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento”.

Egli ha poi invitato tutti a recitare insieme un’Ave Maria “per le vittime e per i loro cari”.

Prima della preghiera mariana, Francesco ha spiegato il senso della festa, in cui “il santo popolo di Dio” venera Maria “nella comune liturgia e anche con mille differenti forme di pietà”.

“L’assunzione in cielo, in anima e corpo, è un privilegio divino accordato alla Santa Madre di Dio per la sua particolare unione con Gesù. Si tratta di una unione corporale e spirituale, iniziata dall’Annunciazione e maturata in tutta la vita di Maria attraverso la sua partecipazione singolare al mistero del Figlio. Sempre Maria ha seguito Gesù. Per questo diciamo che lei è la prima discepola.  L’esistenza della Madonna si è svolta come quella di una comune donna del suo tempo: pregava, gestiva la famiglia e la casa, frequentava la sinagoga... Ma ogni azione quotidiana era sempre compiuta da lei in unione totale con Gesù. E sul Calvario questa unione ha raggiunto l’apice, nell’amore, nella compassione e nella sofferenza del cuore. Per questo Dio le ha donato una partecipazione piena anche alla risurrezione di Gesù. Il corpo della Santa Madre di Dio è stato preservato dalla corruzione, come quello del Figlio”.

La festa di oggi, ha continuato, mostra che “Dio vuole salvare l’uomo intero, cioè salvare anima e corpo. Gesù è risorto con il corpo che aveva assunto da Maria; ed è asceso al Padre con la sua umanità trasfigurata... L’assunzione di Maria, creatura umana, ci dà la conferma di quale sarà il nostro destino glorioso. Già i filosofi greci avevano capito che l’anima dell’uomo è destinata alla felicità dopo la morte. Tuttavia, essi disprezzavano il corpo – considerato prigione dell’anima – e non concepivano che Dio avesse disposto che anche il corpo dell’uomo fosse unito all’anima nella beatitudine celeste. Il nostro corpo trasfigurato sarà lì. Questo – la «risurrezione della carne» – è un elemento proprio della rivelazione cristiana, un cardine della nostra fede”.

“La realtà stupenda dell’Assunzione di Maria manifesta e conferma l’unità della persona umana e ci ricorda che siamo chiamati a servire e glorificare Dio con tutto il nostro essere, anima e corpo. Servire Dio soltanto con il corpo sarebbe un’azione da schiavi; servirlo soltanto con l’anima sarebbe in contrasto con la nostra natura umana. Un grande padre della Chiesa, verso il 220, Sant’Ireneo, afferma che «la gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo consiste nella visione di Dio» (Contro le eresie, IV, 20, 7). Se avremo vissuto così, nel gioioso servizio a Dio, che si esprime anche in un generoso servizio ai fratelli, il nostro destino, nel giorno della risurrezione, sarà simile a quello della nostra Madre celeste. Ci sarà dato, allora, di realizzare pienamente l’esortazione dell’apostolo Paolo: «Glorificate Dio nel vostro corpo!» (1Cor 6,20), e lo glorificheremo per sempre nel cielo”.

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