20/07/2021, 13.28
INDIA
Invia ad un amico

Il centenario delle Bethany Sisters, da Mangalore fino al deserto del Sahara

di Nirmala Carvalho

La congregazione indiana fondata nel 1921 da p. Mascarenhas insieme a quattro giovani insegnanti ha celebrato il secolo dalla sua nascita. Oggi è presente in nove Paesi di tre continenti. In India resta un punto di riferimento importante per la promozione della donna, soprattutto nelle baraccopoli e nei villaggi.

Mangalore (AsiaNews) – L'India ha celebrato in questi giorni il centenario della Congregazione delle Suore del Piccolo fiore di Betania, un ordine locale conosciuto come le Bethany Sisters. Padre Raymond Francis Camillus Mascarenhas le ha fondate nel 1921 nel quartiere di Bendur a Mangalore (Karnataka). Il sacerdote locale aveva riunito intorno a sé quattro giovani insegnanti con il carisma di rispondere ai bisogni più immediati delle persone semplici. Da questa zona della città la presenza delle religiose si è diffusa in tanti angoli del mondo.

Suor Jyoti Pinto, già superiora generale della congregazione, racconta ad AsiaNews: “La nostra è la storia di una trasformazione continua. In questi 100 anni siamo diventati un albero che ha esteso i suoi rami in nove nazioni di tre continenti, dal deserto del Sahara fino alle vette dell'Himalaya. Oltre che in India e Nepal siamo presenti in Europa (Vaticano, Italia, Germania e Francia) e in Africa (Mauritania, Senegal e Tanzania). Siamo 1.378 suore, in India svolgiamo il nostro servizio in 26 Stati e 63 diocesi, prendendoci cura di chi sta ai margini, senza alcuna distinzione”.

Seguendo il mandato del loro fondatore e delle prime pioniere, continua suor Jyoti, le Bethany Sisters rivolgono un'attenzione speciale alla promozione delle bambine, delle donne e delle popolazioni rurali, attraverso un ministero che è pastorale, sociale, educativo e sanitario, sia nelle baraccopoli delle città sia nei villaggi. Nel settore sociale 142 suore, con l'aiuto di 350 collaboratori in 56 diversi centri, si prendono cura dello sviluppo integrale di 150mila donne, 113mila bambini e 156mila giovani. Stanno accanto ai migranti e operano per la prevenzione della tratta di esseri umani in collaborazione con le diocesi, le altre isitiuzioni religiose e gli organismi governativi.

“In ambito scolastico - ricorda ancora la religiosa - la Bethany Educational Society è un faro di luce per milioni di ragazzi e soprattutto ragazze. Grazie a una vasta rete formata da 185 istituzioni educative vengono proposti cicli scolastici ma anche attività informali nelle periferie delle città e nei villaggi, per offrire a tutti la speranza di una vita dignitosa. Le Bethany Sisters svolgono anche il loro servizio in quattro ospedali e 45 centri sanitari in diversi villaggi“.

In occasione del centenario, lo scorso 16 luglio il vescovo di Mangalore mons. Peter Paul Saldanha ha presieduto una Messa di ringraziamento alla presenza dell'attuale superiora generale, s. Rose Celine. Anche il card. Oscar Gracias, arcivescovo di Mumbai, ha voluto far giungere un suo videomessaggio in cui loda le Bethany Sisters perché “attraverso le loro istituzioni mostrano il volto compassionevole di Gesù”. La Chiesa locale di Mangalore sta intanto portando avanti la causa di beatificazione del fondatore, p. Mascarenhas: chiusa la fase diocesana dal 2019 ora è all'esame della Congregazione per le cause dei santi.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Maharashtra, una marcia per la scuola cattolica devastata dagli indù
30/01/2019 12:15
Maharashtra, scuola cattolica devastata. Mons. Dabre: Le alunne sono quasi tutte indù (Video)
25/01/2019 08:46
Maharashtra, radicali indù devastano una scuola cattolica
24/01/2019 11:36
Dinajpur: tre suore si aggiungono alle Shanti Rani Sisters
07/01/2022 12:27
Suore del Punjab contro la tradizione delle spose bambine
07/09/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”